1 Maggio, una data storica che, un po’ come il 25 aprile, risulta essere “divisiva” come dicono quelli che vorrebbero cancellare la memoria.
Bene, il 25 aprile si sono sentite e viste scemate di ogni tipo, ne cito solo una: dedicare il 25 aprile ai partigiani che combattono in ospedale, sostituendoli a quelli che quel giorno vuole celebrare e ricordare. Per me, ma l’ho già detto tempo fa, è un’idea davvero squallida detta da chi può dirlo solo perché il 25 aprile è esistito 75 anni fa.
Ma oggi, che è la Festa dei Lavoratori, mi pare che un po’ tutti abbiano perso un’ottima occasione per celebrare, davvero, i Lavoratori. Oggi si poteva (e si doveva) celebrare degnamente il lavoro dei tanti che , in questi ormai troppi giorni di isolamento, hanno consentito a tutti di rimanere a casa proprio perché non hanno fatto mancare nulla: sicurezza, cure, controllo, beni di prima necessità, soccorso laddove necessario, e molto altro.
Di tutti quelli che urlano qualsiasi cosa pur di raccogliere consensi, quelli che ancora non ci hanno spiegato cosa succederà la prossima settimana, quelli che occupano il Parlamento essendoci andati pochino sempre: bene, tutti (o quasi) costoro si sono dimenticati della grandiosa occasione di oggi per celebrare, onorare e ricordare i Lavoratori. Perché in questi maledetti giorni, molti di noi Italiani (qui ci sta la maiuscola) hanno lavorato, hanno garantito sicurezza e cure e molto altro, a volte lasciando la vita sul posto di lavoro. Ma non sarebbe stato bello se la politica, tutta insieme, avesse per un giorno abbandonato le diatribe da quattro soldi e avesse ringraziato chi lavora duramente e seriamente, forse adesso un po’ di più?
Vero, a volta sono un utopista, ma ci provo lo stesso, ben sapendo che, invece, tutto questo non è accaduto e non accadrà mai perché la sete di potere di chi arriva da quelle parti è insaziabile.
Peccato, davvero.
E allora, nel mio piccolo, sono io a ringraziare le Lavoratrici e i Lavoratori che stanno offrendo il meglio di sé, che stanno rischiando la vita ogni momento, che ci sono, semplicemente ci sono, alla faccia della politica e delle sue bassezze.
Sia chiaro, fare i complimenti a loro non vuole dire sminuire il dramma di chi vorrebbe lavorare ma non può, e nemmeno il dramma di chi non troverà modo di riaprire la propria attività o si troverà la lettera di licenziamento appena sarà possibile inviarla, tutt’altro. Io sono fermamente convinto che oggi sarebbe necessario uno scatto d’orgoglio di tutti, a partire da chi “decide”, perché sarebbe utile e sensato che si passasse ai fatti dopo le parole. Oggi il Presidente Conte si è scusato per i ritardi nell’erogazione dei prestiti; bene, meglio di niente. Ma è mai possibile che nelle scorse settimane, quando i 324,765 esperti chiamati al capezzale del Paese, gli suggerivano cosa fare, ma è mai possibile che nessuno si sia fatto la domanda: quanto possiamo ridurre gli impicci burocratici? Nessuno? Boh.
Saranno mesi durissimi i prossimi, e mi auguro di non vedere gente che esce pur di uscire, perché questo maledetto non è ancora vinto, è ancora tra di noi, e dobbiamo muoverci con prudenza, perché solo così possiamo imparare a convivere con il pericolo. E, vi prego, non mi citate esempi di altri Paesi dove “non hanno mai chiuso niente” perché è una cretinata, la Germania rimanda la riapertura delle scuole, la Francia pure, gli USA sono al collasso, il Brasile scava fosse comuni, la Russia chiude tutto, e altri Paese semplicemente hanno meno problemi e mi auguro che continui così per loro, ma non ci scommetterei nulla sopra. E ricordatevi, per finire, che citare la Svezia come modello è poco sensato: se un poliziotto svedese “chiede” ai suoi concittadini di indossare la mascherina, quelli lo fanno e basta, noi no e citiamo (a vanvera) la Costituzione e la libertà violata. Siamo diversi, non c’è nulla da fare. Occhio, ho detto diversi, non meglio o peggio.
Finisco con un complimento ad uno che se lo merita davvero: Checco Zalone un genio. Guardate il suo video, è un capolavoro.