50 giorni.
Sono passati 50 giorni da quanto ho iniziato a scrivere questi pensieri in libertà sulla situazione più pazzesca che potessi immaginare.
50 giorni durante i quali si è sentito, visto e scritto di tutto, dalle foto delle bare di Lampedusa spacciate per Bergamo (ma come vi viene in mente una bugia così macabra?), alle interviste dentro alle Unità di Terapia intensiva perché “la gente deve capire”, e chissenefrega se quei servizi violano la privacy di chi rischia la vita lì dentro, alle dichiarazioni a ruota libera di chiunque, alle mirabolanti scoperte di farmaci salvavita che poi non salvano la vita a nessuno, e potrei continuare con un elenco quasi infinito di cose senza senso e, purtroppo, di persone senza senso.
Ma noi siamo questo, e di fronte ad un problema epocale, abbiamo tutti la soluzione in tasca, indipendentemente da quello che sappiamo: noi abbiamo la soluzione che, ovviamente, fa a cazzotti con tutte le altre.
C’è però un fil rouge in questa tragica vicenda (che non è ancora finita): i DPCM dell’Avvocato Conte, il nostro Presidente del Consiglio che si è caricato sulle spalle l’enorme peso della responsabilità del Paese in questo momento drammatico. (l’ultima parte è da leggere con tono enfatico e da capire in senso ironico).
Detto che non mi pare ci siano in giro statisti che avrebbero potuto affrontare meglio di lui questa calamità, devo però anche dire che il suo modo di fare il Premier è in questo periodo quasi urticante.
Ieri sera conferenza stampa n° 1432 (se nono ho perso il conto), fatta di 40 minuti di auto elogi e di balle spaziali come quella che tutti ci stanno chiedendo copia del decreto: se non è ancora pubblicato né tantomeno firmato, di cosa ti stanno chiedendo copia? E chi ti fa le copie, la Raggi? Beh, quindi tutto a posto, siamo i meglio, gli altri ci imitano, siamo alla fase 2 e avanti coi carri. Ma qui succede l’imprevedibile: il Premier diventa Mangiafuoco, e minaccia tutti gli italiani con toni davvero inammissibili : “non sarà consentito”, “vi permetteremo”, “non saranno tollerate”….. allora, mio padre era un uomo severo, ma neanche lui mi diceva robe simili, e ne avrebbe avuto tutti i motivi. Ma il Presidente del Consiglio no, non può e non deve rivolgersi agli italiani, a tutti gli italiani, con questi toni da asilo delle suore.
E fino qui siamo alla solita teoria di vuote parole politiche.
Poi però, mi dico: ma allora questo DPCM sarà diverso, ci saranno davvero delle misure importanti, ci saranno finalmente gli sgravi fiscali, lo stop alle tasse, gli incentivi alle aziende, un piano dettagliato per i prossimi mesi…. E invece no.
La fase 2 non c’è, c’è solo una specie di fase 1 e un po’, con qualche cambiamento che adesso provo a riassumere, avendo davanti a me le circa 60 pagine di questo documento storico.
Allora, prima di tutto analizzo con ironia e sarcasmo l’articolo 1 “Misure urgenti di contenimento del contagio sull’intero territorio nazionale”. Al capo a) si dice quello che già sapevamo, e cioè che sono consentiti gli spostamenti dal proprio domicilio solo per comprovate necessità o motivi di salute, ma viene anche aggiunto il divieto di assembramento. Il concetto è interessante, mi ricorda molto la Legge Reale che forse qualcuno ricorda: chi stabilisce cosa sia un “assembramento di persone”, così come con la legge Reale c’era il concetto di “adunata sediziosa”? Chi stabilisce il numero di persone oltre il quale si diventa “assembramento”? Ovviamente nel Decreto non c’è scritto nulla su questo, ma non posso certo pretendere che il Governo, supportato da 450 esperti, possa anche scrivere cose chiare, no?
Il punto f) è un vero capolavoro, ve lo riporto integralmente perché l’ho dovuto leggere tre volte : ” non è consentito svolgere attività ludica o ricreativa all’aperto; è consentito svolgere individualmente, ovvero con accompagnatore per i minori o le persone non completamente autosufficienti, attività sportiva o attività motoria, purché comunque nel rispetto della distanza di sicurezza interpersonale di almeno due metri pre l’attività sportiva e di almeno un metro per ogni altra attività”. Io non so chi abbia scritto questa roba, ma temo di dovergli consigliare uno bravo, ma tanto bravo. Ma se io accompagno una persona non autosufficiente, come faccio a stare a due metri da lui (o lei)? Io non lo so, spero che qualcuno lo spieghi perché io non lo capisco.
punto h): sono chiusi gli impianti sciistici che, come noto, aprono in aprile per chiudere la stagione a novembre
punto i) sono consentiti i funerali fino ad un massimo di 15 persone: qui ogni commento è davvero superfluo.
Andiamo avanti, perché è lunga.
Articolo 3 “Misure di informazione e prevenzione sull’intero territorio nazionale” Questo è l’articolo che obbliga all’uso delle mascherine nei luoghi chiusi accessibili al pubblico (quale pubblico se devo stare a casa?) e comunque in tutte le occasioni in cui non sia possibile mantenere le distanze di 1 metro: giuro, non ho capito se devo girare con il metro e la mascherina in tasca e provvedere alle misure e quindi indossare le mascherine? E’ così? Ho capito bene? I punti 3 e 4 di questo articolo sono davvero memorabili: la mascherina di comunità!! Cito testualmente :” ai fini di cui al comma 2, possono essere usate le mascherine di comunità, ovvero mascherine monouso o lavabili, anche auto prodotte, in materiali multistrato idonei a fornire una adeguata barriera….. ” Faccio solo un paio di domande: ma qualcuno del 470 espertoni al lavoro, si è chiesto che senso abbia anche solo il nome “mascherine di comunità”? Poi, ovviamente, se vi volete fare le mascherine in casa, avete tutti a disposizione “materiale multistrato”, vero? E chi non ne ha almeno 40 metri in casa?
Ci sarebbe ancora molto da dire, sul significato di “congiunti”, sulle limitazioni tra regioni diverse, ma meglio fermarsi qui.
Poi ci sono gli allegati al DPCM, e anche qui ci sarebbe un bel po’ da dire, ma provo solo a dare alcuni spunti interessanti.
Allegato 5: esercizi commerciali che dovranno garantire una serie di misure (che ovviamente pagheranno loro) e che vedono l’obbligo di far entrare una persona alla volta (fino a 40 mq) e, per le dimensioni superiori “l’accesso è regolamentato in funzione degli spazi disponibili differenziando, dove possibile, i percorsi di entrata e uscita”. Bene, ma di quante persone?
Le circa 20 pagine dell’allegato 6 descrivono con dovizia di particolari quello che si dovrebbe fare nelle attività produttive per ripartire il 4 maggio, e ci sono delle perle di rara efficacia, perché se una azienda “normale” deve fare tutta quella roba lì, mi sa che molti chiudono baracca e burattini.
Lascio stare, per pietà, gli allegati sui trasporti, perché anche qui ci sono scritte regole che, a mio parere, sono semplicemente impossibili.
Il DPCM finisce con due flow chart sul monitoraggio del rischio sanitario che ho letto tre volte ma che non riesco a capire, e spero che chi ci deve capire sia più bravo di me.
In tutto questo incubo, non ho trovato traccia né delle spiagge con le cupole, né della necessità di disinfettare (peggio ancora sterilizzare ) i capi d’abbigliamento che sono stati provati a altre amenità del genere. Mi risulta peraltro difficile capire come si possa sporcare un abito, se non puoi uscire di casa. Misteri del Governo.
In ogni caso, quello che traspare è una sostanziale accozzaglia di divieti, di impedimenti, di misure da prendere (e pagare) che così come appare è praticamente impossibile da accettare. Io spero sul serio che qualcuno rinsavisca, si renda conto che così non ha senso e provi a fare di meglio, magari prendendo esempio da quei paesi stranieri che hanno adottato misure diverse dalle nostre e pare (dico pare) che le misure stiano funzionando, altroché “mi chiedono copia del nostro decreto” Come spesso capita, spero di sì ma temo di no.
Mancano ancora i provvedimenti di sostegno alle attività produttive, mancano gli sgravi fiscali, mancano i provvedimenti di contenimento della spesa pubblica, mancano le misure per i 450.000 posti di lavoro persi (a proposito, mi ricordate chi ha detto un mese mezzo fa che “nessuno perderà il lavoro”?) manca un piano di ritorno alla normalità che non si può scaglionare in tre mesi perché così il Paese muore, altroché “#andratuttobene….
Poi mi tocca chiudere dicendo che forse altri avrebbero fatto peggio, e allora mi preparo agli incubi notturni.