Sabato 4 aprile: avrebbe dovuto essere l’ultimo giorno di blocco totale, non lo è, ma era abbastanza facile immaginarlo, visto come stanno andando le cose.
Anche oggi tocca che mi ascoltiate se voglio parlarvi di comunicazione, perché mi pare che sia un tema dove ci si sta dilettando al meglio da parte di molti. Che lo si faccia su Facebook tra di noi ci sta, è come si faceva una volta al bar, solo che il bar è molto più grande e, a volte, varrebbe la pena tenerne conto.
Ci sono però due argomenti comunicativi che vorrei trattare, e sono la comunicazione istituzionale su questo delirio e la comunicazione televisiva sullo stesso tema, in particolare l’intensa attività comunicativa di Barbarella d’Urso e la raccolta di firme contro di lei. Sono due temi distanti? No, perché hanno un fil rouge in comune, visto che chi oggi “cura” la comunicazione della Presidenza del Consiglio viene dalla televisione e pare averci portato il peggio possibile, cioè una sorta di esibizionismo senza senso.
Allora: ieri mattina il Capo della Protezione Civile (preciso: non vorrei essere al suo posto e ha un sacco di giustificazioni visto il delirio) amabilmente comunica che il lockdown potrebbe arrivare fino al 4 maggio o giù di lì. Poi, nella stessa frase, dice che “comunque la decisione la prenderà il Governo alla luce delle comunicazioni che faranno gli esperti in materia”. Bene, ottimo Dott. Borrelli, ma allora non era il caso di non dire date così, alla carlona tanto per dire qualcosa? E questo viene dopo una lunga serie di mistificazioni, interpretazioni fantasiose, comiche retromarce e altro. Io credevo che i nostri Decisori avessero ben altro da fare che blaterare senza sapere di cosa stanno parlando, evidentemente mi sono sbagliato. A mio parere dovrebbe essere un solo soggetto a comunicare in questo momento e, vi piaccia o no, dovrebbe essere il Presidente del Consiglio (per inciso, non vorrei essere nemmeno al posto suo). Invece parole in libertà, ricette più o meno fantasiose, comunicazioni da tifo politico e molto altro. Io vorrei ricordare umilmente a questi signori (e signore) che non parlano al muro, ma che le loro parole vengono ascoltate e interpretate da tutti noi, compresi quelli che potrebbero non avere sufficienti elementi per capire in modo giusto. Volete un piccolo esempio: non ho trovato traccia di un comunicato del Viminale in cui si dicesse che “si potevano portare fuori i bambini”. Non c’è nulla del genere, ma solo l’apertura ad uscire di casa con un minore se e soltanto se si fanno le solite cose urgenti. Comunicato sbagliato, per me, ma anche molto male interpretato da tanti (troppi) che non vedono l’ora di criticare questo Governo che, ripeto, non mi piace e non avrei voluto, ma che adesso c’è e che deve governare, possibilmente con il sostegno di tutto il buon senso che serve. Poi, finita l’emergenza, si potranno tirare le somme. Badate bene che questo non vuole dire stare zitti, vuole solo dire limitare le polemiche e le stupidate, perché qui la cosa è molto seria.
E passiamo a Barbarella: quattro giorni fa ho scritto tra il serio e il faceto che una delle cose buone dell’inizio del lockdown era stata la sospensione dei programmi della D’Urso, che poi però sono ripresi perché business is business. Oggi, dopo una serie di cretinate della stessa maga della tv, qualcuno chiede di chiudere i suoi programmi e la petizione raccoglie migliaia di firme. Bene: quella petizione non avrà mai la mia firma.
Badate bene: non è che Covid19 mi abbia preso il cervello e io adesso difenda la d’Urso, no. Tranquilli, sto bene.
Ma chiedere la chiusura di un uno o più programmi televisivi, per quanto trash o fetish, trovo che sia sbagliato: nello stesso modo e con la stessa autorevolezza popolare qualcuno potrebbe aprire una petizione per far chiudere Fazio, o Report, o Mario Giordano o altri. E con quale logica? Che a me non piace un programma? No, non si può fare, perché si rischia la censura. E ve lo dice uno che non guarda MAI nessuno di questi programmi, per cui non sono influenzato in nessun modo. Esiste il telecomando, si può cambiare canale, leggere un libro, fare l’amore, pulire casa, fare ginnastica, ma quante cose si possono fare invece di guardare la TV? Chi invece dovrebbe intervenire in maniera seria (e non lo fa) è chi dovrebbe garantire la serietà delle informazioni, dalle più semplici alle più complesse e sanzionare quei programmi, giornali, siti Internet che diffondano notizie provatamente false e fuorvianti. Ecco, questo lo pretendo. Ma chiudere la D’Urso sarebbe per me un atto insensato.
E finisco con una nota, l’ennesima su chi sta lavorando duramente per noi. La foto che vedete è tratta da un video (che trovate sul mio profilo Facebook) dei Poliziotti di Bologna che rendono omaggio al Personale Sanitario dell’Ospedale Maggiore della città: un gesto bellissimo, pieno di significati importanti, soprattuto perché chi applaude DEVE essere applaudito a sua volta da tutti noi ogni volta che li vediamo. Poliziotti, Carabinieri, Soldati, Protezione Civile, Guardia di Finanza, Polizie Municipali, Vigili del Fuoco, Infermieri, Medici, Personale Ausiliario, la lista è lunghissima: Donne e Uomini che stanno sacrificando la loro vita, a volte fino all’estremo, per proteggere e curare tutti noi. Non è una novità, lo fanno sempre ma oggi mi pare che anche per loro sia un po’ più dura del solito e quindi il senso del nostro ringraziamento a loro dovrebbe essere ancora più grande.
Ieri sera sono stato fermato ad un posto di blocco della Guardia di Finanza, poco lontano da casa: cortesissimi, molto fermi nel loro controllo, ma anche volti tesi e stanchi. Alla fine della loro doverosa attività di controllo, li ho ringraziati e ho augurato loro buon lavoro. Mi hanno guardato come un marziano, e questo non dovrebbe succedere mai.
Buon week end a chi può stare a casa sua.