Tempi sempre più lunghi per una crisi che sembra non avere fine.
Ma una fine, prima e poi, ci sarà. E intanto occorre gestire l’emergenza, che non è solo quella tetra e ripetitiva dei numeri: guariti, contagiati, ricoverati, deceduti, beccati in flagrante….
C’è una emergenza altrettanto quotidiana, nascosta, poco visibile ma sulla quale credo che sia giusto impegnarci tutti noi, quelli che hanno qualcosa di più e di meglio di tanti altri. Parlo dei poveri, degli homeless, di chi oggi come ieri non ha di che nutrirsi o di che vestirsi, perché noi siamo un Popolo dal cuore grande, ognuno per la propria parte.
Ho visto fiorire iniziative di ogni genere, tutte assolutamente legittime, sulle quali non ho alcun motivi di porre dubbi, tranne forse uno: ma siete sicuri che chi ha bisogno possa leggere il vostro appello su Facebook a “farsi vivi senza vergogna”? Io qualche dubbio ce l’ho, ma anche se solo uno di voi aiuterà uno di quelli che hanno bisogno per me sarà già un successo.
Rimane il fatto che ci sono già Onlus, gruppi, associazioni, tanta gente che porta aiuto a chi ne ha davvero bisogno.
Io, nel mio piccolo, ho ritenuto doveroso portare un po’ di alimenti alla Parrocchia del mio paesello, come lo chiama qualcuno.
Non ditemi che sono bravo perché non è questo che mi interessa, e comunque ho sempre fatto poco rispetto a quello che servirebbe anche nella nostra piccola realtà. Vi esorto, se vorrete e potrete, a fare attenzione a chi vi passa vicino, perché magari è già qualcuno che può avere bisogno, ma non lo notate perché siamo tutti assorbiti nella nostra voglia di aiutare al punto da non vedere chi davvero ha bisogno. Ci vuole poco, credetemi.
E non pensate che il vostro “poco” sia poco anche per gli altri, perché magari per loro è “tanto” ma voi non lo sapete.
Credetemi, non ho nulla da insegnare a nessuno, ho molto da imparare. E i cinque minuti passati con Don Aldo poco fa mi hanno davvero insegnato molto.
Buona serata