Credo che oggi abbiamo assistito ad una cosa assolutamente epocale, e lo dico da laico che, però, ha il massimo rispetto per i fedeli di qualsiasi religione, anche perché non vi nascondo che a volte mi assale il dubbio che sia io a sbagliare.
Con l’occhio stanco di chi, nonostante tutto, non ha né tempo né voglia di fare torte, semplicemente perché mi ritengo uno di quelli che può fare la sua parte contro questo maledetto, lavorando mica poco e mica bene, alle 18 ho staccato dal lavoro e ho guardato quello che accadeva in Piazza San Pietro. L’immagine che ho scelto e che accompagna questo pezzo forse non è la migliore, ma per me è quella che rende meglio di altre il senso di smarrimento nel quale credo molti di noi si trovano a combattere in questi strani, terribili, lividi giorni.
Un Papa anziano, barcollante, con il fiatone, che si rivolge al nulla davanti a lui, al nulla di quella piazza che ha sempre visto migliaia di persone sorridere, applaudire, piangere per un Pontefice, per i tanti Pontefici che si sono susseguiti nei secoli. Oggi Jorge Bergoglio parla e prega, con evidente difficoltà, per un platea vuota, silenziosa; il silenzio è rotto solo, ogni tanto, dal grido dei gabbiani che se ne fregano della preghiera, del misticismo e della nostra paura del domani.
Una cerimonia tetra, triste, pesante (almeno per me) ma che ha e deve avere un profondo significato di unione di tutti, cristiani e non, credenti e non credenti, perché oggi credo ci sia molto bisogno di simboli, di segnali, di Autorità che infondano fiducia nella gente persa davanti a notizie ogni giorno peggiori, ogni momento più terrificanti.
E oggi, per me laico e scettico, la cerimonia ha significato proprio questo: un momento di profonda riflessione, di ipnotica attrazione di questa enorme piazza vuota come non mai, di attenzione alle uniche due cose che hanno accompagnato questo momento di preghiera, il silenzio e la pioggia.
Stamattina mi hanno detto che a Roma il tempo non era poi male del tutto, e invece alle 18 c’era un tempo da lupi: non sono certo io quello che crede alle scelte divine di far piovere proprio lì e proprio alle 18, ma la coincidenza è davvero singolare. Come lo fu, per chi se lo ricorda, il vento fortissimo che spaginava il Vangelo posto sulla bara di Papa Wojtyla; anche quel giorno la simbologia fu fortissima.
A me questo Papa piace, e oggi mi è piaciuto ancora di più, per la sua personale scelta di un momento di preghiera così intenso, dove sono stati usati canti e preghiere antichissime, anzi mi pare di aver capito che sia stata letta la più antica preghiera mariana di cui si abbia traccia: ripescare così lontano nel tempo questa volta mi pare sia stato molto giusto, in una cosa la cui regia era davvero perfetta.
Non vedrete mai scritto da me “ce la faremo” o ” andrà tutto bene”, solo perché sono convinto che prima o poi ne usciremo, anche se non so dirvi né quando né come, e sono peraltro certo che non andrà tutto bene, perché mi pare che sia già andata abbastanza male.
E credo anche che un momento come quello di oggi non possa che aiutare spiritualmente chi crede e mettere un po’ di pace, anche se solo per pochi minuti, nell’anima di chi sta combattendo questa terribile guerra.
Grazie Santità.
Clelia
La figura bianca, affaticata e stanca nel fisico ,ma penetrante nello sguardo, è l’emblema della umanità dolente di tutto il mondo, che guarda con disperata speranza, al futuro. La bianca figura carica di anni, esprimeva nello sguardo la speranza , la certezza di guardare a un Dio misericordioso . Anch’io ho mille dubbi, ma oggi ilPapa , solo in una piazza, simbolo dell’abbraccio della Chiesa all’ umanità , il suono delle campane e delle sirene delle ambulanze , davano il vero segno di questi giorni tragici. Ho sentito un brivido. Il suono simbolo della Cristianita’ interrotto dal suono stridulo delle sirene delle ambulanze. I simboli dell ‘altalenante realtà di questi giorni tristi. Ma lo scampanio mi ha trasmesso la Speranza. Che Iddio ci salvi dalla tempesta!
loriana
Grazie Paolo , anche io da laica , apprezzo questa tua profonda riflessione. Noi schiacciati da questa pesante prova , costretti a subirla senza poter fare molto, ringraziamo te e tutti quelli che , in tutti i possibili modi, ci aiutano .