Oggi mi permetto di consigliare la lettura di un libro ben scritto, appassionato e pieno di disarmante verità sul modo in cui, troppo spesso, si affrontano temi delicati e complessi senza avere la più pallida idea di che cosa si stia dicendo.
Ilaria Capua, nata a Roma, si laurea in Scienze Veterinarie e, con una carriera velocissima, diventa uno dei massimi esperti mondiali di virus animali.
Dirige diversi laboratori di fama mondiale, amplia le competenze e il know-how del centro che dirige per molto tempo in Italia, in provincia di Padova; le sue ricerche sono seguite e condivise in tutto il mondo scientifico, insomma una Italiana di successo.
Nel 2006 depositando la sequenza genetica del primo ceppo africano di influenza H5N1 in GenBank (un database “open access”) e non in un database ad accesso limitato, Ilaria Capua diede inizio ad un dibattito internazionale sulla trasparenza dei dati che ha cambiato i meccanismi internazionali alla base dei piani prepandemici. La sua iniziativa è stata ripresa da vari organi della stampa internazionale, tra cui il Wall Street Journal, il New York Times, il Washington Post, oltre che da riviste della stampa scientifica, tra cui Science e Nature.
Ma la Prof.ssa Capua si occupa di virus, tema sul quale ormai tutti si cimentano come se si parlasse della ricetta classica della carbonara (meglio la pancetta o il guanciale?), viene eletta in Parlamento con il gruppo di Mario Monti e viene massacrata prima dalla Magistratura, poi dall’Espresso e, per finire, dai Parlamentari 5 stelle. Viene dipinta come una “trafficante di virus” perché avrebbe venduto ceppi virali nel mondo, ricevendo denaro in cambio di fantomatiche provette piene di robe pestilenziali. Una delle accuse è “tentata epidemia”, ergastolo la pena prevista.
Al ricevimento degli avvisi di garanzia presenta le dimissioni dal Parlamento e i prodi Deputati, Il 28 settembre 2016, accolgono a voto segreto (con 238 SI e 179 NO) le sue dimissioni. Cioè, le sue dimissioni sì ma quelle di altri no: la Casta si autodifende solo quando ad essere accusati sono i componenti storici, gli altri chissenefrega!.
Ovviamente dopo due anni di gogna viene dichiarata innocente perché “il fatto non sussiste”.
Dopo questa “liberazione” la Prof.ssa Capua si ritira dalla politica e lascia il nostro Paese, andando a dirigere il dipartimento dell’Emerging Pathogens Institute dell’Università della Florida.
Complimenti, un vero successo di Magistrati, Espresso, Parlamento.