Vi avviso: andrò controcorrente, e questo potrebbe anche disturbare qualcuno, ma poi ce ne faremo una ragione tutti insieme.
Tema di oggi è il Tafazzismo imperante nel nostro sciagurato Paese, che però forse è meno sciagurato di come lo stiamo dipingendo noi.
Per memoria di tutti, Tafazzi è quel personaggio di Aldo Giovanni e Giacomo che si prende gli zebedei a bottigliate, simulacro di un masochismo perverso che percorre troppo spesso le nostre menti.
Ieri sera, come era largamente prevedibile, la nostra Nazionale ha perso l’occasione per andare ai Mondiali di calcio in Russia. Bene, anzi male.
Io non capisco quasi nulla di calcio, per cui non mi addentro in disquisizioni tecniche dove ci sono circa 60.000.000 di allenatori che ne sanno più di me; mi limito a dire che Tavecchio e Ventura mi sono sempre stati cordialmente antipatici e che credo fossero (e siano) inadatti ai ruoli che ricoprono, visto anche che li paghiamo molto bene. E li paghiamo noi.
I calciatori mi stimolano la curiosità: ma sul serio pensano di essere belli fighi con litri di inchiostro sulla pelle, o di essere macho perché sputazzate come cammelli? Boh.
Ma quello che oggi mi ha più di tutto fatto pensare è che molti, moltissimi, scrivano che la Nazionale di Calcio è lo specchio di un Paese allo sbando, è lo specchio della pessima politica renziana di questi anni, qualcuno si spinge a chiedere le dimissioni del Ministro Lotti, come se la squadra la allenasse lui e non Ventura. Oppure ci sono quelli che dicono: “ma avevate bisogno di vedere la Nazionale per capire che stiamo andando a fondo come Paese?”. Questi , una volta, Gesù li chiamava Farisei.
Bene, io non la penso così e provo modestamente a spiegarvi il perché.
Il calcio è lo sport nazionale (ma chi lo ha deciso, poi?), per quei 22 vestiti da carte geografiche ci si pesta, si arriva ad uccidere qualcuno, scordandosi di pensare che mentre qualcuno prende o da randellate fuori dallo stadio, i 22 maori de noartri guadagnano in una sola partita quello che tutto lo stadio guadagna in un anno di lavoro, ammesso di averne uno. Quindi io non farei una relazione diretta tra due cose che sono da tenere separate e ben distinte.
Siamo un Paese allo sfascio? E perché, DioSanto?
Facciamo un po’ di esempi per capire meglio quello che intendo dire.
Abbiamo una pessima politica? Sì, vero, abbiamo una pessima classe politica, non ci sono più le scuole di politica dei partiti, basterebbe ascoltare un paio di dichiarazioni di chi oggi siede in Parlamento e in Senato per capirlo. Ma quando bestemmiate con la Merkel che comanda in Europa, facendo solo gli interessi del suo Paese, fatevi anche una domanda: ma di chi dovrebbe fare gli interessi, quella? Del Portogallo? No, ci mancherebbe!. Il problema è che l’Italia ha pensato al Parlamento Europeo come all’ennesimo poltronificio, dove mandare i soliti, quelli che magari manco parlano una mezza lingua straniera, mentre altri Paesi hanno mandato il meglio. Fatevi un giro sul sito del Parlamento Europeo, guardate i CV di tutti e vedrete di quanto mi sbaglio.
Ma scendiamo di più nel dettaglio “nostro” con alcuni esempi.
Abbiamo un patrimonio inestimabile di storia, cultura, arte, cibo e bevande che nessun paese ha nel mondo. Ma se tutti conosciamo i Castelli della Loira, mi sapete dire quanti di noi hanno visto, solo per fare un esempio, la Reggia di Colorno? Per dire che, mentre i Francesi valorizzano il loro territorio, noi lo massacriamo senza sosta, magari cementando qualche villa romana, visto che ce ne sono tante. Mi pare di avere letto che la parte visibile dei reperti archeologici e storici sia il 30% di tutto quello che abbiamo nei sotterranei dei nostri palazzi. Cioè andiamo a Santo Domingo a vedere la casa di Cristobal Colon (peraltro mai arrivato lì), paelesemente falsa, ma non abbiamo idea delle ricchezze che abbiamo noi qui? Non è che non abbiamo, è che non siamo capaci di valorizzare.
Abbiamo un sistema agro-alimentare che potrebbe essere fiore all’occhiello del Paese, ma andiamo a comprare gli ananas, convinti che “facciano dimagrire”. Mi risulta, ad esempio, che l’Italia sia il più grande produttore europeo di kiwi, ma se non arrivano dall’estero noi non li compriamo. E anche qui la stessa domanda: ma chi lo sa quello che vale ( 0 varrebbe) la nostra agricoltura? Poi ci perdiamo dietro la stupidata della Parmalat che compra solo latte cinese, una cretinata senza pari ma che rientra nel sistema di tafazzismo imperante.
Non mi metto nemmeno a parlare di quanto possa valere il nostro sistema farmaceutico, che è di livello mondiale, ma noi dobbiamo perderci dietro le fantomatiche questioni di Big Pharma, dimenticando che ci sono aziende italianissime che vendono farmaci in tutto il mondo. Nel 2016 siamo stati secondi dietro la Germania per valore della produzione farmaceutica e l’export è cresciuto del 12 % rispetto all’anno precedente. Non ci sarebbe di che essere orgogliosi di questi numeri? E invece no, non lo siamo.
Non vorrei poi tediarvi con la Ferrari, Dolce e Gabbana, il Ferrari (lo spumante), le società che costruiscono aerei e astronavi, o la cantieristica che annovera capacità elevatissime; l’ultimo gioiello del mare, commissionato da Royal Carribean, è stato ormai completato in Italia, e sarà la nave da crociera giù grande e tecnologica del mondo. Mi chiedo quanti lo sappiano, così come credo che pochi sappiano che molte pattuglie acrobatiche dell’aviazione in giro per il mondo usano gli stessi aerei che usiamo in Italia, che sono realizzati dalla Aermacchi.
In altri termini: noi siamo allo sbando per la pessima politica che ci ammorba, abbiamo un sistema Paese certamente da migliorare, abbiamo difetti enormi come tutti al mondo, ma credo che il problema più grosso sia che non siamo in grado di tirare fuori quell’orgoglio nazionale di cui altri Paesi sono strapieni.
Di chi è la colpa? Non ne ho idea, certamente la politica ha da sempre fatto la sua parte negativa, ma non possiamo far finta di non sapere che, se fossimo un po’ più sciovinisti anche noi, non sarebbe male del tutto.
W l’Italia, quella buona.