Piovosa domenica mattina, davanti al PC scorrono le immagini di questi ultimi giorni, tra cui quella che vedete.
Si tratta della foto con cui l’Agenzia Reuters ha vinto il Premio Pulitzer per la fotografia di cronaca; per chi, come me, segue da sempre la fotografia ritenendola uno dei modi migliori per documentare quello che accade, diventa una immagine drammatica e molto significativa. I cronisti hanno seguito per mesi (e lo fanno ancora) i flussi migratori nella cosiddetta Mitteleuropa, un flusso senza precedenti sia in termini numerici che in termini di drammaticità e di incapacità da parte dell’Europa di gestire una situazione certamente molto complessa.
Fino qui nulla di male, una foto, un dramma, un neonato, due genitori, la polizia ungherese.
Ma ecco che, dalla fervida penna di un giornalista italiano, ospitata su un noto quotidiano che, dal mio punto di vista, non perde occasione per essere di cattivo gusto, esce la notizia con il titolo: “La verità sulla foto del Pulitzer: l’immigrato getta la moglie sui binari”, lasciando quindi intendere qualcosa di molto diverso da quello che ha poi generato il premio, uno dei più prestigiosi del giornalismo mondiale (sarà un caso, ma non mi risulta che quel giornale e quel giornalista abbiano mai nemmeno sfiorato non il premio, ma proprio il concorso). Il sottotitolo, poi, è ancora più censorio: “Il video di Euronews “smonta” la foto di Laszlo Balogh che ha fatto vincere a Reuters e New York Times il Pulitzer: la verità che si cela dietro allo scatto strappalacrime è un’altra”
Allora sono andato a vedermi il video, perché le boiate sono sempre in agguato, e non sarebbe nemmeno la prima volta che la foto che vince il Pulitzer è un tarocco.
Il video cura alcuni minuti e inizia con un dialogo in inglese stentato tra la donna e i poliziotti ungheresi, prosegue con il marito (credo) che si getta sui binari con la moglie e il figlio, poi oppone resistenza alla Polizia e viene di conseguenza arrestato. A me pare di capire nelle prime frasi che il problema sia che la polizia vuole far salire anche questa famiglia su un treno stracarico (lo si vede alla fine del filmato) per una destinazione ovviamente a me ignota, ma che sia lei che lui si oppongano a questa scelta.
Insomma, un filmato drammatico che non trova un senso logico in quello che il giornalista italiano scrive per dire che si gioca sull’immigrazione, che si dicono e scrivono cose senza senso, che si diventa jene davanti a queste cose. E su questo ha perfettamente ragione.
A me rimane il senso di sgomento davanti a queste immagini, alle notizie che arrivano in continuazione da luoghi che riteniamo lontani e da un dramma dal quale ci difendiamo senza capirne il senso e la gravità: le migrazioni esistono da sempre, esisteranno sempre e ovunque, ma non si governano con la demagogia dell’Europa in cravatta e nemmeno con lo sciacallaggio sulle immagini che ci arrivano.
Pensateci.
E, magari, leggete un giornale diverso.
Buona domenica.