Ci sono due episodi, molto distanti tra loro, ma che accadono negli stessi giorni e che mi consentono di parlare di donne.
Il primo è quello del Vice Questore che, a Genova, di fronte agli operai dell’ILVA che stanno bloccando la città, si toglie il casco e stringe la mano ad alcuni di loro. Un gesto forte, soprattutto se fatto da una donna che, pur potendo esercitare il suo ruolo di pubblico ufficiale, usa l’arma del dialogo per sbloccare una situazione incandescente. In fondo, e lei lo sa, lì in mezzo ci sono madri, mogli come forse anche lei è, che protestano per la difesa del proprio posto di lavoro. Il suo posto di lavoro è quello di una persona che tutti i giorni rischia la pelle per quattro soldi, proprio come loro. Perché forse non tutti lo sanno, ma lavorare nelle acciaierie è molto, molto pericoloso. Bel gesto, che rende anche conto del coraggio delle tante donne che hanno scelto mestieri ingiustamente ritenuti “da uomini”, spesso anche subendo piccoli e grandi abusi sul luogo di lavoro. Chapeau a lei e alle donne come lei: sono tante, e io per fortuna ne conosco tante.
Il secondo episodio è legato alla visita del Presidente Iraniano Rouhani in Italia: abbiamo parlato tanto delle statue coperte, del solito “lo hanno fatto a mia insaputa”, “io non ne sapevo niente ma lo trovo sbagliato”, “abbiamo aperto una indagine interna” e altri blabla del genere. Ma quello che a molti è sfuggito lo ho visto stamattina in un filmato su Sky: il Presidente iraniano stringe la mano agli uomini del Governo Italiano ma NON la stringe alle donne dello stesso Governo. Il loro atteggiamento è tale da far capire che il cerimoniale (peraltro gestito da una donna a Palazzo Chigi) aveva previsto questa cosa, per cui lo sapevano ma nessuna di loro ha minimamente protestato oppure evitato di essere lì a farsi umiliare da questo che, in Patria, gestisce il potere con leggi del tutto anti femminili (non anti femministe, proprio anti femminili). Ulteriore dimostrazione di come la nostra politica abbia chinato il capo davanti ad un Potente venuto da lontano per qualche contratto e per qualche barile di petrolio. Qualcuno dirà che le donne che lavorano nelle aziende che beneficeranno dei contratti con l’Iran saranno contente, e non posso dire il contrario. Ma quello che mi sorprende è che, da una parte discutiamo su “Signor Presidente” o “Signora Presidente”, o su “Ministra” o “Ministro”, o su “Sindaca” o “Sindaco”, poi per il cerimoniale una donna impone ad altre donne di sottomettersi ad un gesto che non è di rispetto per le donne, ma di rispetto delle donne verso gli uomini. Anche a me è capitato in paesi arabi di sottostare a questa strana ed atavica legge non scritta, ma ero a casa loro, Rouhani era a casa nostra. Per inciso, a Parigi hanno cancellato una cena perché era stato chiesto di non avere il vino a tavola.
Una tristezza infinita.