Siamo tutti presi dai numeri della pandemia, dai camioncini, dalla Germania che ne ha più di noi (di vaccini), dal mancato pranzo di Natale, che pare ci stia sfuggendo qualcosa che potrebbe essere molto delicato da gestire, a partire dal 1 Gennaio 2021 (praticamente domani) e che viene dalla nuove disposizioni della direttiva europea PSD2 – (acronimo di Payment Service Directive 2), emanata dall?autorità Bancaria Europea.
Premetto che spero sia una errata interpretazione mia, visto che non è il mio settore, e spero che quello che leggo siano fake news, perché se così non fosse aggiungeremmo un ulteriore punto di criticità ai tanti che già abbiamo per le conseguenze nefaste dal punto di vista economico del Covid-19.
In pratica, questa ricettiva cosa dice?
Dice che non sarà più possibile, per privati ed imprese, onorare i pagamenti (ad esempio mutui, rate prestiti o altro) se sul conto corrente non c’è la disponibilità, togliendo di fatto la possibilità di ricorrere allo sconfinamento del fido di conto corrente, cosa che molti privati e quasi tutte le aziende fanno normalmente. E lo fanno pagando il denaro che prendono in prestito dalla banca, e pagano anche quando quel denaro non lo prendono a prestito. Provo a fare un esempio: se ho 2000€ sul conto, e ne spendo 2500, pago una certa cifra alla banca che mi permette quel piccolo sconfinamento, ma se il mese successivo non sconfino, pago lo stesso. Magari poco, ma pago lo stesso.
Questo sarebbe niente, se non fosse che, al momento della richiesta di un pagamento, se sul conto non ci sono tutti i soldi necessari, quel pagamento non viene effettuato dalla banca; niente stipendi, ad esempio, se sul conto della Società non ci sono tutti i soldi necessari, alla faccia dello sconfinamento di conto (che si paga) o del castelletto (che si paga). Quindi i rischi, soprattutto per le PMI, sono altissimi, ma nessuno ne parla (anche se rischio di cadere nel gruppo dei “non cielo dicono”).
Poi c’è un’altra regolina bastarda, ma bastarda tanto: se per tre mesi il privato cittadino non onora un pagamento per una cifra di 100€ (!!!), la banca ha l’obbligo della segnalazione alla Centrale rischi e quel cliente diventa un Non Performing Loan. Quest’ultimo termine, non noto a tanti, ma noto a chi si occupa di finanza e a chi ha la sfortuna di inciampare, significa che sei un cattivo pagatore, che possono scattare anche azioni legali nei tuoi confronti e che rischi anche pignoramenti delle tue proprietà. Ora, se posso capire (poco) questo meccanismo per chi ha contenziosi bancari gravi (quasi sempre società in liquidazione o fallite), poco senso ha la misura verso il cittadino: se non pago una cosa per 90 giorni, per un importo di 100€, ma come si fa a pensare che io sia un “cattivo pagatore”?
Per farvi capire che non è colpa dei tortellini quello che dico, vi riporto un pezzo di un articolo di Finanzaonline : ” Da gennaio chi ha il conto corrente “scoperto” corre il rischio di risultare immediatamente “moroso” nei confronti di vari soggetti, dalle finanziarie all’Inps, dai dipendenti alle aziende cosiddette utility (energia, gas, acqua, telefono). Le stesse nuove norme dell’Eba stabiliscono che per un mancato pagamento superiore a 100 euro, protratto per tre mesi, il cliente venga classificato come cattivo pagatore, tutta la sua esposizione verso la banca sia classificata come non performing loan e sia inviata la segnalazione alla centrale rischi. “
Il bello è che queste norme, sulla cui applicazione io spero ci sia una deroga, vengono affogate in un decreto (quello indicato sopra) che viene definito come “il sistema grazie al quale il cittadino diventa l’ago della bussola nell’ecosistema dei digital payement” (cfr Maurizio Pimpinella https://www.pagamentidigitali.it/payment-innovation/la-psd2-rende-il-cittadino-lago-della-bussola-nellecosistema-dei-digital-payment/) L’articolo è del 2017, perché è da allora che se ne parla, ma il tutto diventa operativo solo dal 1 gennaio 2021.
Se vi volete divertire (??) a leggere il testo della direttiva lo trovate qui in italiano https://eur-lex.europa.eu/legal-content/IT/TXT/PDF/?uri=CELEX:32015L2366&from=EN e credo che per gli esperti non ci siano grandi novità, ma per gli altri sì. In questa direttiva ci sono una marea di norme che, sotto l’ala protettrice “dobbiamo difendere i risparmiatori”, in realtà nasconde per molte società (non solo la nostra banca) la possibilità di accedere ad informazioni bancarie normalmente non accessibili o difficilmente accessibili, alla faccia della privacy.
Ma rimane il fatto che le regole che vi ho descritto prima (probabilmente in modo sommario e sbagliato) a me appaiono davvero pericolose anche per i piccoli correntisti che rischiano, magari senza nemmeno accorgersene, di diventare dei cattivi pagatori, rendendo in questo modo più difficile (se non impossibile) l’eventuale accesso al credito, e creando potenziali pericoli non da poco per le imprese. Io però fino ad oggi non ho sentito nessuno parlare di questa probabile modifica dei rapporti bancari, quando invece, se confermato, credo rappresenti un vulnus non da poco.
Anche perché i NPL (non performing loans) oggi vengono ceduti dalle banche a società di gestione (quelli che una volta, quando la pratica era illegale, si chiamavano strozzini) in cambio di un pagamento più o meno oneroso verso la banca stessa. Provo a fare un esempio: Paolo ha un debito di 100.000€ verso una banca e non può pagarlo. La banca quindi ha un passivo nei suoi bilanci perché non riscuote denaro che dovrebbe avere, per cui cede quel credito ad una NPL che lo compra per 75.000€ dalla banca stessa. La NPL poi intenta una causa verso Paolo e gli chiede, magari dopo 10 anni, di pagare un debito di 150.000€ (o più), rientrando quindi abbondantemente del suo credito verso Paolo ma anche di quanto ha versato alla banca creditrice originaria. Quest’ultima ascrive a bilancio i 75.000€ come attivo e non più come passivo, riuscendo così a “pulire” i propri bilanci. Tutti felici e contenti tranne Paolo che rischia di vedersi pignorare i propri beni immobili per i pagamento di quanto “dovuto”; spesso le società di NPL hanno nel loro asset anche società immobiliari, alle quali cedono l’immobile di Paolo che hanno pignorato ascrivendo a bilancio la relativa cartolarizzazione. Tutto a posto, Madama la Marchesa.
Ovviamente la mia non è una spiegazione tecnicamente corretta, ma più o meno funziona così.
Queste società NPL sono ormai dei colossi della finanza che gestiscono miliardi di dollari perché reinvestono immediatamente i loro lauti profitti, immersi come sono in un giro finanziario del tutto legale ma certamente discutibile sotto molti aspetti, soprattutto etici. Ma temo che l’etica sia andata a farsi benedire molto tempo fa……
Se volete, divertitevi a leggere i documenti di cui ai link e spero, ma sul serio, spero che qualche tecnico del settore mi smentisca radicalmente , dimostrandomi che la direttiva dice altro da quello che dico io e che le società NPL sono dei benefattori della comunità.
Ma dubito fortemente che sarà così.
Altri link interessanti:
https://www.theitaliantimes.it/economia/conto-corrente-psd2-cos-e-come-funziona-novita/
https://www.studiocataldi.it/articoli/40500-banche-cosa-cambia-per-i-debitori-dal-1176-gennaio-2021.asp
https://www.money.it/conto-corrente-novita-2021
Buona lettura