7.200 euro per il reato di omicidio,
8.200 se commesso dal coniuge o dal convivente
4.800 euro per chi è stato vittima del reato di violenza sessuale, salvo che ricorra la circostanza attenuante della minore gravità.
Fino a un massimo di euro 3.000 liquidabili a titolo di rifusione delle spese mediche e assistenziali.
Questi gli importi degli indennizzi in favore delle vittime dei reati internazionali violenti, pubblicati sulla Gazzetta Ufficiale del 10 ottobre, con vigore dal giorno successivo. Sono pubblicati nel decreto del Ministero dell’Interno e del Ministero della Giustizia (quale?) del 31 agosto scorso in esecuzione della Legge di cui trovate la citazione nel titolo.
La cosa divertente (non saprei per chi) è che il decreto dice che questo è stato fatto per “assicurare un maggior ristoro a coloro che abbiano subito episodi di violenza sessuale, nonché ai parenti delle vittime di omicidio”.
Questi numeri si commentano da soli, naturalmente se è esattamente così e se non ci sono altre possibili interpretazioni.
Ma diamo per assodato che sia così e queste siano le cifre che lo Stato Italiano stanzia in questo casi.
Diamo anche per assodato, evidente e comprovato che non sarà mai il denaro a ridare dignità ad una Donna violata o a dare serenità ad un bambino abusato o a dare alcun tipo di sollievo alle sofferenze.
Però quelle cifre lì sopra gridano vendetta al cospetto di Dio, come si usava dire una volta. Poi oggi il Ministero dell’economia mi pare abbia detto che il Governo è pronto a quadruplicare quelle cifre con la Legge Finanziaria, e allora mi viene una domanda: ma se c’è voluto così poco perché il Governo si rendesse conto che si tratta di cifre vergognose, perché non ci avete pensato prima, evitando questa pessima figura?
Ovviamente diranno che non è così, che si tratta di una interpretazione errata, che il Decreto del Governo prevede altro, bla bla bla….
Io spero davvero che sia così, spero di avere capito male, ma temo che le Donne Ministro non abbiano avuto abbastanza potere per rivendicare altre cifre che, pur non portando alcun sollievo alle vittime, almeno potrebbero consentire loro di procurarsi quello che serve per provare a ripartire, oppure per permettere ad un orfano (o più orfani) di vivere dignitosamente anche senza far ricorso ai parenti più stretti, qualora i genitori siano vittime di reati violenti.
E ribadisco, qualora ve ne fosse bisogno, che la strada da fare anche su questo tema è ancora lunga, difficile e piena di insidie, molte delle quali vanno lette al maschile.
E chi vuole capire capisca.