Finora non sono intervenuto sulla questione di Ermes Mattielli perché già troppe cose si sono dette e scritte su una vicenda paradossale ovunque tranne che in Italia.
Io non so se sia vero che la casa di Mattielli vada a chi ha tentato di rubare, ma se così fosse le considerazioni non sono su di lui, ma su un sistema-giustizia profondamente malato. Non conosco il dispositivo della sentenza che lo ha condannato, ma penso di poter dire che, qualsiasi sia stata la sua reazione al tentativo di effrazione in casa sua, condannare lui e non i ladri è quantomeno singolare. Collegare la sua morte al processo è fin troppo facile, ma credo che una serie di stress di questo livello avrebbe messo a dura prova anche le coronarie di un bue, figuriamoci quelle di un invalido civile.
Poi arriva (forse) anche la beffa: visto che è stato condannato a risarcire i ladri, e visto che muore senza eredi (credo) la sua casa deve essere assegnata ai “danneggiati” che da carnefici diventato vittime risarcite. Una serie infinita di follie.
Ma questa serie infinita di follie è figlia di un sistema giudiziario malato, vecchio, kafkiano, dove regna incontrastato tutto tranne il buon senso: le leggi si applicano ma anche no, dipende.
Con questo non sposo tout-court le posizioni della Lega, anzi le contesto per un motivo molto semplice che vado a spiegare.
Da quando ho facoltà di comprensione, quindi molti anni, sento parlare e urlare di riforme della Giustizia, di “adesso ci pensiamo noi”, e altri bla bla del genere: la Lega ha fatto parte per anni di una delle maggioranze di Governo più solide del dopoguerra, ha avuto anche almeno un Ministro della Giustizia, ma mi pare che poco o nulla sia cambiato. Quindi, andare oggi a cena con Mattielli è solo cavalcare l’onda del disgusto per questa vicenda (l’ennesima) dove gli apparati della Magistratura dimostrano le proprie mancanze.
Riformare seriamente il sistema giudiziario significherebbe “rivoltare come un calzino” una casta che, probabilmente, è la più potente che ci sia perché si autogiudica, si autoassegna le retribuzioni e gli incarichi, fa da controllore e da controllato nello stesso momento.
Io non so come si possa cambiare tutto questo, non è neanche il mio blog il luogo adatto per parlarne, ma mi piacerebbe sentire un Ministro (o chi per lui) che ammetta la verità e inizi il Processo a chi i processi li fa ma non li vuole subire.