Premetto: il titolo è forte, ma certe volte si deve essere molto chiari, perché altrimenti si rischia di essere fraintesi.
Oggetto di queste poche e inutili righe è la immensa figura di cacca che sta facendo la macchina dello Stato nelle zone terremotate di Lazio, Abruzzo, Umbria e Marche. Figura pessima perché, guardando i servizi giornalistici, le immagini, ascoltando le interviste e pensando al meteo, verrebbe davvero da correre sotto Palazzo Chigi e iniziare a dare badilate in giro così, senza un obiettivo preciso, ma solo per far capire quanto può pesare essere stati presi in giro.
Subito dopo il terremoto, si sono precipitati tutti (ma proprio tutti), con visite, promesse, parole e frasi fatte; e per un po’ è anche sembrato che fossero davvero intenzionati a fare sul serio, con i vari “non vi lasceremo soli”, “siamo qui con voi”, ” le vostre esigenze verranno rispettate”, “mettiamo in campo il meglio che abbiamo”, “i soldi se non ci sono si troveranno, ma ci sono, state tranquilli”, “vi chiedo scusa se vengo solo ora, ma siete tutti nel mio cuore”, “ricostruiremo tutto come e meglio di prima”, e potrei continuare con tutte le frasi fatte sentite in quei giorni, quelli nei quali il pathos era altissimo, e conveniva molto farsi vedere in giro. Tutte frasi dette, scritte e registrate nella coscienza di chi piangeva i suoi morti e la devastazione delle proprie case e dei propri beni.
Poi arrivò la nomina di Errani, che continuo a ritenere una persona seria, forse perché ho avuto l’avventura di conoscerlo e di vedere come ha lavorato in Emilia (non per il terremoto), e già lì qualcosa ha iniziato a scricchiolare, perché “per le casette ci vorranno sei mesi”, “il territorio colpito è molto vasto”, “più di quello che stiamo facendo è difficile immaginare” e altro bla bla di questo tipo.
Ma, solo per dire una cosa, già in quel periodo, alcuni sindaci della zona dicevano (ovviamente inascoltati) che il freddo sarebbe arrivato presto, che la neve sarebbe stata un nemico in più da combattere, che servivano stalle per gli animali, ma oltre ai “sì sì” di rito non è arrivato nulla o quasi. Infatti gli animali stanno morendo (perché, vede Ministro Martina, Lei non può dire la scorsa settimana che “ci siamo riuniti in emergenza ieri”, lo dovevate fare prima, molto prima e provvedere, per quanto possibile, a limitare i danni): non lo avete fatto, questa è la verità, almeno quella che traspare dalla stampa.
Avete messo in campo Prefetti, Commissari Straordinari, Coordinamenti di vario tipo, Autorità Anticorruzione, e tutti questi grandi Manager di Stato ad oggi pare abbiano partorito ben poco e quasi tutto a favore di Amatrice ed Accumoli che sono diventati i paesi simbolo del terremoto, ma nulla (o troppo poco) si è fatto per tutto il resto del territorio, che oggi soccombe sotto un metro di neve, temperature polari, tende e containers del tutto insufficienti per garantire un minimo di decenza di vita a concittadini che meritano molto di più.
Non ripartono le attività, non ci sono (o almeno non si vedono) piani organici per la ripresa dei territori, poco o nulla si fa, e intanto la gente soffre e gli animali (che sono la vita per gli allevatori) muoiono dal freddo.
No, questo è un pessimo risultato, un vero disastro.
Non ne faccio una questione politica, perché essere dimenticati sembra essere una sorta di filo conduttore per quasi tutti i concittadini coinvolti nelle catastrofi naturali che infestano il nostro sciagurato Paese. Poi molti di voi se la prenderanno con il PD, fate pure, non mi riguarda perché, nel mio modo di vedere, sono le persone che fanno le cose, non i partiti.
E cose del genere le abbiamo già viste tante, troppe volte, con l’unica eccezione del Friuli, dove solo la grande volontà degli abitanti ha permesso a quel territorio di ripartire in tempi molto brevi. Ma vorrei anche sapere a che prezzo….
Sono incazzato perché, come sempre, lì con i concittadini sono rimasti a combattere il freddo e la devastazione i soliti: Polizia, Carabinieri, Guardia di Finanza, Forestale, Vigili di Fuoco, Volontari, Soccorso Alpino, Medici e Infermieri, i soliti eroi dimenticati che lavorano in silenzio e portano un po’ di conforto a quelle persone che hanno perso tutto e che, ora, stanno perdendo anche la fiducia nello Stato, quello che è arrivato e se ne è andato con le telecamere e le auto blu.
Tutto questo ammesso e non concesso che le immagini e le parole che arrivano da quei territori siano vere, ma temo di sì.
Per essere chiari: nella foto Ansa ci sono delle mucche che stanno morendo sotto il crollo della stalla danneggiata dal terremoto e appesantita dalla neve. Magari qualcuno non lo ha capito. (Fonte ANSA)
Allora rimane solo una cosa da dire a chi ha promesso e poi dimenticato: vergognatevi.