Sport nazionale (e non sol0) di questi giorni, parlare di inquinamento, sciorinando dati sulle polveri sottili, i micron, le malattie, le città inquinate e le misure più o meno utili che si stanno prendendo.
Non piove, questo è un dato di fatto importante, ma è un problema temporaneo, prima o poi pioverà, magari anche tanto, e allora si parlerà del “dissesto idrogeologico”, dell’abusivismo edilizio e di “tragedie annunciate”.
Visto che se ne parla, vi dico la mia opinione.
Da anni, troppi anni, il nostro Paese non ha fatto politiche serie sul contenimento degli inquinanti, sulle fonti energetiche alternative, sulla mobilità non su ruota, sul controllo delle aziende inquinanti, non ha mai creato un piano normativo sensato e univoco.
Abbiamo fabbriche vecchie di decenni, nelle quali si producono inquinanti di vario tipo, dove non si fa nulla fino a che non arriva la Magistratura a sequestrare impianti, dopo decine di morti per l’inquinamento stesso.
Non abbiamo una politica seria sui termovalorizzatori, che inquinano se fatti e gestiti male, ma che sono la salvezza di altri paesi come la Germania, mentre da noi esiste ed impera uno scontro ideologico sulla loro realizzazione.
Non abbiamo un senso civico che ci faccia fare la raccolta differenziata in modo normale, non come se fosse una stranezza, ma come se fosse la normalità. Mi risulta che ci sono città neanche tanto piccole negli USA che arrivano al riciclo dell’ 85 % dei rifiuti prodotti. Noi siamo fermi alle “terre dei fuochi”, perché non c’è solo l’area del Casertano, ma il problema è un po’ ovunque.
Non abbiamo mai incentivato in maniera seria il passaggio ad automobili meno inquinanti: oggi con un mezzo elettrico vai poco lontano, mancano i punti di ricarica e, se ci sono, a volte sono parcheggi non proprio consentiti. Gli sgravi fiscali stanno arrivando solo adesso, non vi sembra un po’ tardi?
Non abbiamo mai fatto ( se non in alcune zone) il passaggio a mezzi pubblici a metano (per fare un esempio) oppure elettrici: a Roma e non solo ci sono autobus che inquinano più dell’ILVA, vecchi e malandati, poco manutenuti, poco usati e molto scalcinati. Il problema è Roma? No, purtroppo, ma Roma è la capitale.
Non abbiamo fatto una politica seria sul trasporto via ferrovia o per via fluviale, perché abbiamo da una parte sempre e solo pensato alle autostrade, e dall’altra non abbiamo mai fatto manutenzione seria sui fiumi navigabili (perché ci sono, pochi ma ci sono).
In Danimarca, nelle case di nuova realizzazione, a fianco viene costruito un piccolo sistema di generazione del calore attraverso l’uso dei rifiuti “umidi” prodotti dalla casa stessa, da noi siamo al “che palle con ‘sta storia dell’umido”, perché qui la sindrome Nimby (not in my backyard) raggiunge il massimo livello. “Certo che dobbiamo fare sacrifici e scelte alternative, ma fatele voi perché io non ho tempo”.
Poi, oggi, siamo al blocco del traffico ridicolo perché fatto nelle ore di minor traffico (Milano) o fatto con mezzi pubblici inesistenti (Roma).
Sulle meravigliose pensate sui forni a legna, i fuochi artificiali e i caminetti privati neanche mi metto a discutere. Sono idee simpatiche, buone per le barzellette.