Fiaccolate, convegni, talk shows, dimostrazioni di gente preoccupata e fiori portati un po’ dovunque ci possa essere un collegamento con l’eccidio francese.
A fronte di tutto ciò, il silenzio pavido del Governo. Anzi, chiacchiere, un diluvio di chiacchiere, tutte incentrate sul fatto, come dice un grande titolo sull’Unità dell’altro giorno: Il coraggio di non fare la guerra.
Nel capovolgimento generale dei nostri valori, una pratica ormai istituzionale, questa frase riassume tutto ciò che altrimenti si potrebbe tradurre in: ho paura di farmi implicare in qualcosa di grosso.
La storia d’Italia del XX secolo è tutta imperniata su questo ritardo di coraggio. I Trattati di alleanza non servirono a nulla. Nella 1° guerra mondiale traccheggiammo per un anno, cercando di venderci al migliore offerente. Nella 2° guerra mondiale facemmo lo stesso. Il famoso carteggio Mussolini-Churchill sembra che fosse imperniato sul solito mercanteggiamento.
Alle soglie di un’altra crisi mondiale, stiamo facendo lo stesso. La nostra coerenza in politica estera è imbattibile.
Il Governo ha ragione quando sostiene che occorre evitare una Libia 2 ed, aggiungerei, un Iraq 2 o 3 ed una Siria 2. Troppi errori sono stati fatti dall’Occidente, grazie all’imperizia dei nostri partners (Usa soprattutto e Francia). E’ facile agire d’impulso e procedere poi a tentoni. Ma la situazione, oggi, è leggermente diversa. Tutto l’Occidente è sotto attacco, anche l’Italia.
Fino ad ora siamo stati fortunati. Forse abbiamo pagato a sufficienza, forse i nostri Servizi sono stati ben più all’altezza di quelli francesi e belgi, forse il Giubileo straordinario di Papa Francesco non sarà la prevedibile occasione di nuove stragi. Ma basta questo per tirarsi fuori da una coalizione che si sta formando, Russia in testa, tra Francia, Inghilterra ed Iran?
Qualcuno potrebbe chiedersi, ma dov’è il nemico? Il nemico è l’Isis, in Siria ed in Iraq. In Siria, il colpo di testa americano per far cadere Bashar Assad è stato un disastro. Assad non disturbava nessuno, il Paese era una dittatura tollerante, almeno dal punto di vista etnico e religioso. Kurdi, Yazidi, Cattolici ed Ebrei, Caldei e Turcomanni vivevano tranquillamente sotto un regime non assassino. Alleato della Russia da sempre, non disturbava neppure Israele, dopo la conquista delle alture del Golan da parte di Tel Aviv. Creare casino in Siria è stata una follia. Ammettiamolo.
Una presunta democrazia stile “primavera araba” ci è costata milioni di profughi, distruzioni immani, oltre duecento mila morti ed ha provocato l’ascesa dell’ISIS.
Fin quando l’ISIS era confinato in un conflitto tra Sunniti e Sciti, il mondo avrebbe anche potuto disinteressarsene. Ma il conflitto ha messo in luce gli errori americani, gli eccessi degli Sciti al governo di Baghdad, gli interessi contrapposti dell’Iran e dell’Arabia Saudita. Il tutto è esploso nel Califfato islamico, il nuovo Stato non Stato che si è esteso dal nord dell’Iraq all’est della Siria, il nuovo, feroce attore nella guerra civile di Damasco.
Chi arma l’ISIS? Tutti, dai depositi di armi lasciati dagli Americani all’esercito iraqeno e da questo abbandonati, ai fornitori privati che pullulano, nelle zone di guerra.
Chi finanzia l’ISIS? I Paesi del Golfo e l’Arabia Saudita, più i pozzi di petrolio in mano agli integralisti, in Iraq ed in Siria, che, sia pure a bassi prezzi, inondano il mercato internazionale. L’ISIS, si dice, ha almeno 2 milioni e mezzo di dollari di entrate petrolifere al giorno.
L’ISIS è il nostro nemico, nostro perché lo ha suscitato l’Occidente, nostro perché viene ad uccidere in Occidente. Questa è la realtà brutale di una serie di tragici errori.
A questo punto esiste una coalizione molto blanda, guidata dagli Stati Uniti, che si limita ad inviare droni nelle zone di guerra per ammazzare, ogni tanto, qualcuno. Esploso l’aereo russo in volo, nel Sinai, Putin ha deciso d’intervenire a sostegno di Assad e contro l’ISIS. Tutto l’Occidente, ossequioso agli USA inerte, ha gridato allo scandalo.
Poi, ci sono stati gli eccidi di Parigi ed Hollande s’è mosso. Ha spostato una portaerei e sono cominciati gli attacchi francesi all’ISIS, d’intesa con Putin. Ora, anche l’Inghilterra si schiera con la Francia ed invierà i suoi aerei e la sua flotta contro l’ISIS.
Dov’è la NATO, pupilla americana? Perché tanto sforzo di cacciabombardieri e di missili non si dirige sui pozzi petroliferi, tagliando alla base le risorse dell’ISIS? Solo perché poi le grandi compagnie di distribuzione energetica dovranno rifare tutto?
Non c’è da illudersi sull’intervento americano, ma per battere l’ISIS occorreranno le truppe da terra. Il fatto è che se tutti faranno ciò che dicono, sarà inevitabile salvare Assad, come vuole Putin, magari per soli sei mesi, come s’è deciso a Vienna, e concentrarsi sull’ISIS. Dovrà farlo anche l’Italia, al solito, tardi e male, tanto per stare al gioco. Se siamo in un’alleanza, dobbiamo tenerne conto
L’Europa non esiste, la Germania tace, l’Italia ha il coraggio della paura.
I consigli ufficiali sono: fate come non fosse successo nulla. Anzi, fate come se non accadesse nulla. Non dobbiamo modificare il nostro modo di vivere. Anzi, sviluppiamo la nostra cooperazione.
Sono consigli cretini. Copriamoci la testa, così il pericolo non si vede. La gente ha paura che possa accadere un qualche altro eccidio, stavolta in Italia e, soprattutto, che il cancro dell’ISIS non possa essere rimosso in breve tempo.
L’inerzia politica italiana non è saggezza, ma banale attendismo: vediamo cosa fa la Germania, vediamo cosa pensa l’America e poi si vedrà. Aspettiamo inerti una nuova ondata di massacri. Forse servirà a darci la sveglia e ad essere uomini.