Notte di Capodanno, stazioni tedesche, più di una.
Gruppi più o meno organizzati di uomini prendono di mira le donne, le palpeggiano, le derubano e in un caso viene sporta denuncia di stupro.
Fatti orrendi, che non hanno e non possono avere alcuna giustificazione né in Germania né altrove. Questa è la semplice, triste e definitiva verità.
Poi, come sempre, si scatena l’ondata di commenti di chi, probabilmente, fino a ieri ignorava persino come si dica in tedesco “stazione ferroviaria”, ma purtroppo ogni occasione è buona per dire tutto e il suo contrario. In Italia abbiamo specialisti plurilaureati sul tema che non si smentiscono mai.
A me, quello che più infastidisce, non sono le sommarie analisi sulle conseguenze dei fenomeni migratori o le assimilazioni del tipo “è successo in Germania, quindi presto succederà anche da noi”, ma il silenzio assordante di molti, troppi sull’accaduto, gli stessi che sono pronti a fare distinguo di vario tipo, a stigmatizzare tutti i comportamenti razzisti, ma che adesso tacciono.
Ma, in fondo, la violenza sulle donne non è un atto brutale di razzismo?
Io non voglio nemmeno sapere da dove vengano i colpevoli, non voglio sapere se stanno in Germania da anni o se sono arrivati il 30 dicembre, ma mi sarebbe piaciuto sentire una condanna unanime e senza partigianeria dell’ennesima violenza brutale e becera sulle donne. Non ho sentito questo, ho sentito urla sguaiate da una parte e silenzio vergognoso dall’altra.
Io sono con le donne, tutte le donne che in Germania e altrove sono troppo spesso vittime di violenze ( perché anche il palpeggiamento è una violenza).
Le raccomandazioni del Sindaco donna di Colonia sono talmente insensate che non meriterebbero nemmeno di essere citate, se non venissero da una donna.