Mentre ci scanniamo per capire chi ha comandato cosa a chi, se la Merkel ha più colpe di Macron, se Di Maio va bene agli Esteri o no, mentre insomma ci occupiamo del nulla cosmico della politica, in Italia succedono delle cose.
Nei giorni scorsi ci sono stati almeno quattro episodi drammatici, crudeli, violenti nei quali uomini (anche no) hanno abusato, hanno violentato e ucciso delle donne, spesso con l’inganno o con l’illusione degna del peggior animale che con la violenza si ottiene tutto.
E siamo alle solite: ci si occupa, ovviamente solo a parole, delle donne solo dopo questi episodi terribili, ma quello che sfugge al controllo di tutti è che questi non sono episodi isolati, e soprattutto che fanno parte di un immaginario maschile deviato nel quale la donna la giudichi dalle tette o dal fondoschiena, mai o quasi mai da quello che vale. Faccio palese riferimento, tanto per intenderci, alle frasi inascoltabili rivolte a Giorgia Meloni nelle scorse settimane, o alle idiozie sul nuovo ministro dell’agricoltura per il suo vestito o per le ammiccanti foto del nuovo ministro delle infrastrutture, oppure la foto della Boschi che lascia intravedere la lingua e che suscita il commento “starà pensando a come fare contenti i 5stelle”. Tutte questioni che nulla hanno a che vedere con il valore politico di queste donne, ma sono nel filone dell’insulto a chi non sta a casa a fare il ragù: tutto molto deprimente.
Questo metodo di pensiero riesce a sdoganare con eccessiva facilità le peggiori pulsioni di presunti uomini, presunti maschi, ma sicuramente imbecilli che arrivano alla violenza più brutale pur di affermare la loro supremazia verso le donne: niente di più idiota.
Poi arrivano i fenomeni della comunicazione che, sottilmente e con allusioni da veri pervertiti, insinuano dubbi poetici sul “gigante buono” o sulla “donna che ama un’altra donna”, arrivando in qualche modo a giustificare i gesti insensati di un malato di mente che, non potendo avere lui quella donna, preferisce ucciderla piuttosto che vederla felice in un contesto diverso. E’ agghiacciante che nel 2019 si sia ancora a questo punto, è insensato che si continui a parlare di donne mettendo sempre in mezzo il loro aspetto fisico, anche quando si parla di tutt’altro.
Poi c’è un aspetto politico di queste drammatiche vicende che mi rende ancora di più l’idea di quanto siamo mentalmente arretrati in questo Paese: ieri l’altro un demente ha preso a mazzate due donne in un sottopasso a Monza, e quelle riprese video sono comparse praticamente ovunque sulle bacheche, i tweet e i profili Instagram di una buona fetta di politica, prevalentemente di destra, per continuare il refrain dell’immigrazione, e del “vengono tutti qui da noi”, e “siamo invasi da questi violenti” e bla bla bla. Non pensate male: è un episodio gravissimo che va esecrato, condannato e discusso.
Avessi visto un solo post di quattro righe da parte degli stessi comunicatori seriali per le vittime che cito a caso:
Elisa Pomarelli uccisa dall’uomo “buono” che lei aveva respinto (italiano)
La donna di 43 anni che a Nago (TN) è stata uccisa dal marito (italiano)
Atika Gharib anni bruciata viva a Bologna dall’ex fidanzato (marocchino come lei, ma siccome lei era marocchina, e chissenefrega)
Adriana Signorelli uccisa dal marito (italiano) anche se lei stessa aveva attivato il “codice rosso” quattro giorni prima.
E mi fermo a settembre.
Avessi visto, lo ripeto ancora, un solo gesto di esecrazione, di condanna, di vicinanza, di solidarietà a queste donne: nessuno, zero, niente.
Segnali evidenti di come siamo ancora molto, troppo lontani da quel minimo di rispetto per gli altri (e le altre, in particolare), che dovrebbe essere alla base di ogni civile convivenza e che, purtroppo, non è raggiungibile né con le “quote rosa” né con il confondere i Ministri con le Ministre o il Sindaco con la Sindaca o altre baggianate del genere.
Che pena.