Su www.youreporter.it ci sono un sacco di filmati sugli scontri di Bologna del giorno 8 scorso. Ne ho guardati alcuni, cercando di capire il senso logico della manifestazione anti-Salvini, organizzata da gruppi di imbecilli armati di ogni cosa contro le Forze dell’Ordine e contro tutto quello che a loro non piace.
Bastoni, bombe carta, sassi, sputi e altre “democratiche” espressioni di confronto civile, feriti e arresti che servono solo politicamente a quello che volevano contestare, che andrebbe battuto sulle idee, sui programmi e non con le violenze.
Io non credo che Salvini, Meloni e Berlusconi possano essere il “nuovo” in politica, ma in un Paese democratico è più che giusto che possano esprimere le loro idee politiche davanti a migliaia di persone, e non possono essere qualche centinaio di violenti fascisti (loro sì, fascisti nel senso peggiore del termine) ad impedire una manifestazione autorizzata, organizzata e voluta in una città che ha sempre dimostrato ( quel giorno no) la propria aspirazione democratica e non violenta.
Io non vedo in questi figli di papà nessuna connotazione politica vera, vedo solo violenza insensata che non può rappresentare un progetto politico anche perché di politico ho visto molto poco nelle loro manifestazioni. “Fuori la Lega da Bologna” è uno slogan vecchio, insensato e incivile: la Lega è un partito politico presente anche in Emilia Romagna, dove ha preso il posto di quel Sindacato che oggi si preoccupa troppo degli equilibri interni e troppo poco dei lavoratori, della gente comune, del popolo: in molti casi oggi è la Lega ad occuparsene, e queste manifestazioni non fanno altro che avvicinare altra gente alla destra. C’è un signore che urla contro i manifestanti, dicendo loro che “Avete rotto i maroni, non ne possiamo più di voialtri” e rappresenta un sentimento comune. Se vai in giro per la città , spacchi vetrine, ferisci poliziotti, scrivi sui muri, ma non dici cosa vuoi sei solo un perdente.
Solidarietà ai poliziotti che, anche l’8 novembre, hanno dovuto sopportare un carico di violenza insensato.