In questi giorni, dopo le fantastiche dichiarazioni su merendine, bancomat e contanti, dal cilindro del nostro Governo di Topolinia sono uscite alcune cose che, pur cercando di essere ironico, mi servono per sottolineare temi importanti e poco divertenti. Al coro di Topolinia si è unita anche la Chiesa, tanto per non essere da meno di Giuseppi & C.
Parto da Santa Romana Chiesa che, dall’alto del pulpito di un porporato bolognese, parla di tortellini con carne di pollo, fatti per essere “inclusivi” verso chi non mangia la carne di maiale. Ho già definito questa idea una solenne coglionata, lo ribadisco e più avanti spiego anche il perché.
Poi il Ministro Viendaimonti trullallero trullallà, avendo esaurito la vena comica sulle merendine, se ne inventa una nuova: via dalle scuole di ogni ordine e grado sia le immagini sacre (principalmente i crocifissi) e anche le foto del Presidente della Repubblica.
Viste così sembrano due barzellette mal raccontate, poi qualcuno ha detto che quella del Prelato è una fake news, ma poco mi importa perché queste due cretinate mi aiutano a parlare di un tema, invece, serissimo e di grande attualità: l’immigrazione e l’inclusione.
Parto dal concetto che io sono assolutamente convinto che non sia in atto nessuna invasione, che non ci siano flussi migratori studiati a tavolino da Soros & c., che sono assolutamente convinto che sia un dovere civico di uno Stato evoluto come il nostro quello di accogliere chi arriva qui da noi, fatto salvo poi verificare chi effettivamente arriva e perché.
Detto ciò, e quindi sgombrato il campo da ogni possibile accusa di razzismo o boiate del genere, credo che l’inclusione non sia né togliere i crocifissi né alterare un patrimonio dell’umanità come il tortellino, perché sono baggianate come non fare il presepe a scuola o non cantare i canti di Natale, perché tutto questo ha poco o nulla a che vedere con l’inclusione.
Se tu arrivi a casa mia, da qualunque parte del mondo e per qualsiasi ragione, io credo di avere il dovere di accettare la tua presenza e di aiutarti a vivere decentemente un passaggio così difficile, ma questo non può e non deve prescindere dal reciproco rispetto: non sono io a dover cambiare le mie tradizioni millenarie, sei tu che devi imparare a rispettarle. Sembra un concetto facile, ma pare che per molti non sia poi così facile.
L’Italia è un Paese democratico e repubblicano, con un sistema di governo laico e quindi se si decide di togliere i crocefissi lo si dovrebbe fare per la laicità dello Stato, non per non “offendere” qualcuno: non credo sia giusto, lo ripeto, stravolgere il mio sistema di vita, fatto anche di questi simboli, per non offendere chi non la pensa come me. Ma perché un musulmano dovrebbe offendersi di fronte ad un crocifisso? Perché dovrebbe sentirsi “più incluso” se mangia una schifezza come i tortellini con la carne di pollo? Ma davvero pensate che questo sia “inclusione”? Per me chi lo pensa è assolutamente fuori strada.
Io oggi vivo in un piccolo paese di provincia, tutto sommato niente male, con un numero elevato di stranieri, più o meno integrati, ma anni fa c’era un folto gruppo di senegalesi (mi pare) cattolici, che avevano l’abitudine di frequentare la S. Messa la domenica mattina alle 10, celebrata da un sacerdote loro concittadino, e di esternare la loro fede, dopo la cerimonia, con canti e balli sul sagrato della chiesa, e noi stavamo a guardare divertiti da questo strano (per noi) modo di manifestare la loro gioia di credere in Dio. Bene, questa è inclusione: accettare che si possano manifestare le proprie credenze religiose anche in modi inusuali, ma non cambiare la Messa perché loro provengono dall’Africa.
Certo, questi erano cattolici, forse questo rendeva tutto più facile, ma il concetto non cambia anche con altre religioni: ti lascio la libertà di professare la tua fede, diversa dalla mia, ma tu ti impegni a rispettare le mie tradizioni e i miei riti, perché qui io ci sono nato e quelle cose fanno parte di me, fanno parte della mia storia, non sono “artefatti” da cambiare. E ve lo dice un laico, che non festeggia nemmeno il Natale, che in casa negli ultimi vent’anni non ha fatto né presepe né albero di Natale, che non frequenta la Chiesa, insomma uno piuttosto lontano dalle tradizioni più profonde.
Inclusione è consentirti di mangiare quello che vuoi, è lasciare che esistano sul mio territorio negozi dove tu puoi trovare i cibi che ti piacciono, è cercare di darti una dignità con il lavoro, è farti sentire parte integrante di una comunità che rispetta tutte le diversità, non solo le tue, è insegnarti la mia lingua, darti assistenza sanitaria se serve, né più e né meno di tutti gli altri cittadini.
Sul crocifisso negli uffici pubblici, io credo che la scelta debba essere (se proprio dobbiamo farla) tra accettare i simboli religiosi perché fanno parte della nostra cultura oppure pensare che, in uno stato repubblicano e laico, i simboli religiosi non debbano essere esposti perché siamo, appunto, uno stato laico. Ogni altra ragione ritengo che sia pura follia.
Poi, nell’attesa delle prossime esternazioni del Ministro Trullallero Trullallà, gli vorrei ricordare alcuni temi che riguardano il suo ministero e sui quali si voglia prima o poi applicare:
- il precariato
- l’edilizia scolastica
- i programmi scolastici
- i costi dell’istruzione
- la sicurezza nelle scuole
- il diritto allo studio che è tutt’altro che garantito
e direi che mi posso fermare qui.
I tortellini sono SOLO di carne di maiale e in brodo.
Amen