Dopo un ping pong terrificante, almeno secondo il mio modesto ed inutile parere, abbiamo vuotalo la nave della Marina Militare della Repubblica Italiana Diciotti dai 150 palestrati, ben nutriti e sani immigrati clandestini.
Bene, evviva. Lo abbiamo fatto solo perché tre Stati stranieri, come peraltro richiesto dal Ministro degli Interni, si sono fatti carico di questo immane problema.
Dopo il dramma di Genova, abbiamo parlato (spesso a vanvera) solo di questo.
In questi giorni quelli che erano fino al 17 agosto ingegneri strutturisti sono diventati in poche ore politologi, esperti di sicurezza, antropologi e soprattutto esperti di Africa: non voglio sembrare polemico, ma credo che molti nemmeno sappiano quale è la capitale dell’Eritrea, ma sono molto sicuri che lì si viva benissimo, non ci siano guerre da cui scappare, che “se sono arrivati fino lì avevano i soldi per farlo” e via con altri massimalismi degni dei migliori leoni da tastiera.
Purtroppo, abbiamo assistito ad un balletto di annunci, spesso urlati, di chi invece avrebbe il dovere di cercare soluzioni, magari un po’ più in silenzio, magari in un modo un po’ più “istituzionale” e invece ha cavalcato questo evento per proseguire la propria campagna elettorale. E questa modalità di annuncite acuta ha raggiunto il proprio scopo perché, se si andasse a votare oggi, non serve essere mass mediologi di fama per dire che la Lega di Salvini avrebbe molto di più del 17% delle ultime elezioni e potrebbe governare anche senza alleati scomodi come i 5stelle che, quando capiranno il trappolone nel quale sono caduti, avranno di che pentirsene.
Dall’altra parte c’è una opposizione che, a ben vedere, dimostra anche in questo sciagurato evento, la propria debolezza attuale: ma a che serve la passerella sulla nave Diciotti, se non a fare impallinare con la retorica del “perché non siete andati a Genova”? Certo, qualcosa andava fatto, ma io credo che questa sia stata una scelta che non porta a nulla, ma proprio a nulla di buono.
Adesso siamo al paradosso dell’indagine della Magistratura sul Ministro degli Interni e su questo qualche riflessione conviene farla.
- Salvini ha tenuto la sua linea, e non tocca a me dire se ci sono gli estremi per una roba del genere, visto che non ero strutturista prima e non divento Magistrato adesso, Ma credo che, nella perenne campagna elettorale nazionale, questa scelta della Magistratura si trasformerà in un colossale regalo alla Lega di Salvini.
- Ho sentito una montagna di numeri, molti dei quali non verificati (ma facilmente verificabili) volti solo a dimostrare che “ho ragione io”: a mio modesto parere sono posizioni che, in questo momento di politica urlata, risultano tutti fuorvianti non perché non serva parlare con fatti e dati, ma solo perché abbiamo (non da oggi) perso il lume della discussione reale, solo per fare a chi urla più forte e, oggi, il Governo ha la voce più grossa.
- Il paradosso forse più grave è che una Autorità dello Stato (il Ministero degli Interni) impedisce ad una Autorità dello Stato (la Marina Militare) di eseguire operazioni di sbarco in un’altra Autorità dello Stato (la Capitaneria di Porto), fino al punto che un’altra Autorità dello Stato (la Magistratura) apre una inchiesta sulla prima Autorità dello Stato. Forse definirlo paradosso è troppo poco.
- Sul tema delle Persone che erano a bordo della nave non torno nemmeno: a me poco importa da dove vengono, quanti anni hanno, se sono passati o meno dalla Libia o altre balle del genere. Su di loro si è scatenato un putiferio non degno di una delle più antiche democrazie del mondo, e molto probabilmente loro non hanno assolutamente capito che cosa stesse capitando.
- A chi dice che “ce ne sono troppi, basta fare un giro in periferia per vederlo”, rispondo che la loro è una mezza verità, perché se è vero che ci sono immigrati pericolosi, o nullafacenti, o spacciatori o altro, vorrei far presente che la maggioranza dei carcerati sono italiani, italianissimi che spesso sfruttano gli immigrati per i loro loschi traffici. A me non importa sapere se un violentatore è senegalese o di Treviso: per me rimane un delinquente da perseguire e punire, ovviamente solo dopo aver verificato che le accuse siano vere. Poi mi viene da sorridere quando penso ad alcuni amici che mi dicono che “basta farsi un giro in periferia per vedere che sono troppi e che devono andare tutti a casa”, ma che sono stati in una periferia per l’ultima volta quando ancora c’era la Lira e che hanno, ovviamente, personale di servizio di colore e rigorosamente pagato in nero.
In ultima analisi, io non saprei dire chi ha fatto la cosa giusta in tutta questa vicenda, ma mi viene da dire che la Summa Teologica di errori di questo Agosto strano e drammatico è davvero alta.
Il clima è arroventato, volano insulti da tutte le parti (direi più da destra che da sinistra), non si discute ma ci si confronta virilmente senza arrivare mai o quasi mai ad un confronto serio. Insieme agli insulti che ho ricevuto e riceverò questo mi rende un filino nervoso.
Su tutto questo si incastra il fatto che l’autunno sarà davvero duro, perché il Governo malato di Annuncite dovrà affrontare sul serio temi molto delicati, alcuni dei quali potevano essere evitati (o limitati) giocando a fare i Politici e non gli Sceriffi.
Magari, se ci diamo tutti una calmata sarebbe un bene per il Paese.
Buon rientro dalle ferie a chi ha potuto farle.