Ieri sera Sky ha mandato in onda il confronto televisivo tra i candidati sindaco per Roma.
La prima cosa da dire è che questi erano solo una parte dei candidati, e il primo sorriso me lo strappa la legge sulla Par Condicio: si vieta a Striscia la Notizia di fare interviste ai politici in campagna elettorale, ma dall’altra parte si fanno confronti che escludono più della metà dei candidati, e quelli che ci sono, sono anche poi gli stessi che imperversano su tutti i possibili mezzi di comunicazione senza alcun limite. Per me, una legge sbagliata, senza senso e che non garantisce nulla a nessuno. Bene ha fatto Mario Adinolfi (che per il resto mi piace come l’olio di ricino) a protestare con il Capo dello Stato su questa iniquità. Non servirà a nulla, speriamo che almeno serva a parlare di questa legge ridicola.
Ho visto quasi tutto il confronto, di cui apprezzo lo schema: parlo io per un minuto, gli altri tutti zitti (più o meno), perché la politica urlata che si sente e si vede di solito mi altera come una multa per divieto di sosta.
Quello che mi ha lasciato più perplesso è stato il fatto che ci sia stata poca chiarezza da parte di tutti su una questione fondamentale: si parla di migliorie, investimenti, periferie da riqualificare, strade, buche, trasporti, e altro ma nessuno che mi abbia fatto capire dove trova i soldi per fare tutto questo, cose di cui peraltro la città ha bisogno come io ho bisogno di respirare.
Si parla di milioni di euro come se fossero noccioline, ma a me non è parso chiaro da dove usciranno questi soldi e come verranno utilizzati, soprattutto come verranno controllati i lavori (perché di lavori ce ne sono tanti da fare): ho sentito parlare di lavori affidati e controllati attraverso fideiussioni bancarie, e qui mi scappa davvero da ridere. Se questi signori pensano che una fideiussione spaventi qualcuno, hanno ragione, per cui si rischia di non trovare nessuno che li faccia, i lavori.
Poi, Marchini (ma non solo lui) ha parlato di una “app” per consentire ai cittadini di segnalare le buche, con l’obbligo di intervento entro 24 ore. E qui quasi quasi mi ribaltavo dal ridere sul divano. La app esiste già, ed esistono già anche le segnalazioni sulle quali il Corpo di Polizia Municipale di Roma Capitale invita i segnalatori a desistere, perché già così non riescono a fare il loro lavoro, figuriamoci se partono anche le segnalazioni. Poi, una nota curiosa: abito in una zona “bene” di Roma Nord, dove ci sono le abitazioni private di Magistrati, Politici, Ambasciatori, Giornalisti, Avvocati di Grido, Commercialisti di grido, Vip di vario genere. Ma possibile che nessuno di loro, che nessuno dei tanti uomini delle Forze dell’Ordine, che nessun dipendente del Comune e via andare si renda conto delle schifezze che anche qui ci sono e che segnali (magari con canali più diretti di una “app”) quello che vede tutti i giorni? Chiedo troppo? Probabilmente sì, e la tristezza mi pervade.
Ma torniamo al confronto tv: quella che più di tutti mi ha deluso è stata Virginia Raggi, perché ha detto poco e nulla di quello che vuole fare, si è limitata a dire che “siete tutti uguali” (cosa vera, forse, ma non mi sembra un programma di governo della città), e non ho sentito da lei nulla di incoraggiante. Poi, il suo appello finale sembrava preso da una soap opera brasiliana, mi ha fatto quasi ridere. Quasi.
Sorvolo sui congiuntivi di Fassina, e sulle brutture grammaticali di Marchini perché anche queste non sono esiziali per il governo della città, ma un po’ mi fanno sorridere sia il “riduceremo” che il “attappa”.
Su tutto, poi, c’è un tema devastante sul quale è sceso un cono d’ombra già dalle prime battute di questa lunga e deludente campagna elettorale: lo sappiamo tutti, ma nessuno lo dice, vincerà ancora una volta l’astensionismo, aiutato anche dalla pessima scelta della data per le elezioni. C’è il ponte, anche lungo tra l’altro, per cui molti, e non solo a Roma, diserteranno le urne, e questo è un problema vero sul quale nessuno ha detto nulla. Io mi permetto di osservare che solo nel 2016 ci sono cittadini che votano almeno 4 volte, e questo credo che sia uno dei motivi più forti per l’astensione. Non se ne può più di votare ogni tre mesi di media, magari l’election day non sarebbe stato male, e vi dico anche a grandi linee perché. Pare che ogni tornata elettorale costi intorno ai 300.000.000 di euro (nostri), quindi moltiplicata per 4 fa la bella somma di 1.200.000.000 di euro (nostri). Se avessimo votato una sola volta quest’anno, avremmo speso solo 300.000.000 di euro (nostri) e quindi ne avremmo risparmiati 900.000.000 (nostri). Serve dire altro?
In bocca al lupo a chi vincerà le elezioni, ma soprattutto in bocca al lupo ai cittadini che dovranno poi essere governati da chi dovrà o dovrebbe passare dalle promesse ai fatti.