Da qualche giorno si parla di un caso che, per come viene descritto, pare essere davvero un incubo e la speranza che non sia del tutto vero è sempre presente, almeno per me.
Allora, vediamo di riassumere i fatti principali, almeno quelli noti alle cronache: a Monza (o giù di lì) nascono due bambini entrambi con gravi problemi neurologici, che devono affrontare una serie di cure e di interventi chirurgici molto dolorosi e lunghi. I genitori vengono, ad un certo punto, accusati di violenze si questi due fratellini e, per non farci mancare niente, nel calderone forcaiolo ci cascano anche lo zio e la nonna. Non mi metto nemmeno a disquisire del perché siano nate queste accuse, non amo fare il fenomeno da tastiera, solo prendo atto di quello che viene raccontato.
I bambini vengono allontanati dai genitori (non riesco nemmeno a pensare quale trauma abbiano subito sia i bambini che i genitori), e inizia un percorso giudiziario durante il quale la famiglia è, di fatto, smembrata, divisa, uccisa nella sua realtà.
A questo punto una persona normale, di buon senso, potrebbe dire: ” Va bene, è un trauma, ma in un paio di settimane avranno sistemato tutto, no?” No.
Ci sono voluti sei anni per avere una sentenza nella quale c’è scritto che non è successo nulla, che i disegni dei bambini erano frutto di cose sentite raccontare, che i genitori, lo zio e la nonna non sono dei mostri ma sono, anche loro, vittime. Sempre quello sensato di prima direbbe: “Ok, adesso però tornano in famiglia, ci vorrà un po’ di tempo ma le cose poi si sistemano, no?” No.
No, perché ci vorrà un “percorso riabilitativo psichico” per i due bambini per riabituarli alla loro famiglia, cioè un altro percorso di dolore e di trauma.
Quello sopra, quello sensato, a questo punto potrebbe dire:” Eh, ma chi ha sbagliato pagherà, il giudice che ha diviso quella famiglia pagherà di sicuro per questo che sembra essere uno scempio, no?”
No, non pagherà nessuno. Perché chi ha scelto, probabilmente con troppa fretta o con molta approssimazione, di dividere una famiglia in questo modo, fa parte di una casta di intoccabili, quelli che possono decidere in un lampo il tuo destino, anche il destino di quello sensato di prima che continua a dire cose di buon senso ma che in Italia sembrano degne di ET.
Sei anni sono una eternità per chi già aveva avuto in sorte problemi gravi, come pare siano quelli di questa famiglia, e infatti io non sono poi così sicuro che quella famiglia possa tornare ad essere quella di prima, anzi ho forti dubbi che possa essere così.
Questa Magistratura, spesso fatta di ottimi professionisti, ha accumulato e consolidato nel tempo un potere intoccabile, ma troppi Magistrati non pensano (o sembra che non lo facciano) alle conseguenze delle loro scelte che incidono sulla vita di molti, troppi italiani che, alla fine, si vedono riconosciuti per quello che sono: innocenti.
Sul tema della giustizia non smetterò mai di dire che la riforma dovrebbe essere totale, radicale e ben studiata partendo dalle basi del Diritto che io non conosco (temo nemmeno DJ Fofò) ma che dovrebbero dare un’impronta davvero diversa al sistema di oggi, quello che divide una famiglia e non risponde mai di nulla.
Non posso che augurare a quelle persone di fare presto a recuperare almeno una parte di quello che, purtroppo, hanno irrimediabilmente perso e non per colpa loro.