Negli ultimi giorni ci sarebbe una vera montagna di spunti dai quali partire, perché l’isolamento rende molti di noi capaci di condividere, pensare e creare delle robe davvero impensabili fino a poco tempo fa.
In questo gorgoglio di perle dai pirla, direi che quelle più creative sono oggi politiche.
Partiamo da un tema definito “divisivo”: il 25 aprile. Detto che sono uno di quelli che ritiene necessario tenere viva la memoria di quello che successe molti anni fa, come ogni anno si scatenano quelli che, anche laddove non richiesto, devono dire la loro su queste giornata.
Il primo che ha pensato di fare una bella battuta sul 25 aprile è stato quella inesauribile fonte di cretinate che risponde al nome di Alessandro Sallusti, che credo ogni anno inizi a pensare alla stupidata da dire sul 25 aprile più o meno alla fine di gennaio.
Riporto quelle che dovrebbero essere state le sue parole: “L’Associazione partigiani d’Italia ha già annunciato che per il 25 Aprile ci si dovrà affacciare alle finestre e cantare Bella Ciao – scrive sarcastico il direttore del Giornale -. Cari partigiani e antifascisti, fatevene una ragione: il virus non è fascista, non è antifascista e, secondo me, ride alla grande della vostra stupidità”. I veri partigiani, oggi, sono quelli che lottano contro l’epidemia e la crisi economica portata dal virus. ” (Fonte: Libero Quotidiano 02 aprile 2020). Beh, direi che ha ragione! Il virus non è anti o pro fascismo o altro, ci mancherebbe. Per il resto infila una serie di cose talmente fuori luogo da guinness dei primati (non nel senso delle scimmie). Non capisco perché debba definire “stupidi” quelli che vogliono (o vorrebbero) festeggiare una ricorrenza così importante, anche per lui: senza quello che è successo allora, forse lui oggi non potrebbe essere lì a dire scemate insieme al suo degno amico Vittorio Feltri. Probabilmente se ne è scordato, ma capita. Quelli che lottano in ospedale o nelle aziende per non farle chiudere, non hanno nulla a che vedere con i partigiani, ma di che stiamo parlando? Perché se paragona il personale sanitario ai partigiani, intende forse dire che sono i moderni eroi delle corsie, ma intrinsecamente intende che anche i partigiani siano eroi, e non credo volesse dire questo. Sul fatto di cantare Bella ciao dai balconi non vedo quale sia il problema: se non ti va di sentirli, stai in casa che è anche meglio.
Al netto del fatto che su quella canzone troppo si è detto e speculato, e non da oggi: sarebbe bene anche limitare l’uso a quanto dovuto, e non cantarla tanto per fare.
Poi c’è stato un consigliere della Lega (mi pare) di cui non ricordo il nome e nemmeno il paese (citazione nostalgica) che ha pensato bene di fare un post sul 25 aprile delirando sul fatto che sarebbe bene se il 25 aprile i partigiani (quali??) uscissero di casa, lasciando intendere che così crepano con Covid 19 e finisce lì. Poi il post è stato rimosso, ma intanto la scemata l’hai detta. Ovvio che ognuno possa essere libero di pensare quello che vuole, ma se sei un pubblico amministratore dovresti essere un po’ più attento: vale per tutti, quindi anche per costui.
Aggiungo a questa lista i miei più fervidi complimenti a Vittorio Feltri per la sua grande capacità di farsi odiare in un attimo da tutto o quasi il Meridione d’Italia, che avrà le sue colpe (chi non ne ha?) ma che non può essere perculato così da uno che avrebbe molti motivi per tacere e, magari, disintossicarsi dall’alcool. Anche qui vale la considerazione fatta prima: sei un personaggio pubblico, magari pensaci prima di dire e scrivere cretinate.
Ma dopo queste cose, tutto sommato lievi, ci sono due perle governative (non sono le uniche, ma ormai sono anziano e devo andare a letto presto) che meritano un commento.
La prima è quella che sostanzialmente autorizza (pur con limitazioni) ad uscire per le manifestazioni del 25 aprile, con una frase “anche secondo indicazioni condivise con l’Ufficio del Cerimoniale di Stato e per le Onorificenze della Presidenza del Consiglio dei Ministri, si ritiene che si potranno, in qualche modo, ritenere consentite forme di celebrazione della tradizionale cerimonia di deposizione di corone, innanzi a lapidi o monumenti ai Caduti, che prevedano, oltre alla presenza dell’Autorità deponente, la partecipazione anche delle Associazioni partigiane e combattentistiche, con modalità di distanziamento interpersonale compatibili con la situazione emergenziale” (Fonte comunicato Ministero dell’Interno a firma del Vice capo di Gabinetto). Cioè? Cosa vuole dire “in qualche modo”? Credo che questa comunicazione sia un autogol sia politico che sociale, e provo a spiegarmi.
Autogol politico perché offre il fianco a chi critica qualunque cosa detta o fatta da questo governo (minuscolo voluto); in un momento come questo, anche il 25 aprile avrebbe dovuto fare un passo indietro e rendersi uniforme rispetto a quanto sta succedendo. Voler trovare motivazioni e giustificazioni per la ricorrenza non virtuale trovo sia una cosa davvero fuori luogo e che offre il fianco a chi vorrebbe sopprimere la festa della Liberazione. Se il comunicato fosse stato una cosa del tipo ” in occasione del 25 aprile, si invitano le associazioni partigiane e combattentistiche a favorire i festeggiamenti attraverso il web, evitando assembramenti non accettabili in periodo di quarantena” sarebbe stato molto meglio e credo che l’appeal del governo ne avrebbe avuto giovamento. Ma forse è per questo che non sono Ministro né lo sarò mai.
Il secondo aspetto è di tipo sociale: le regole imposte (giuste o sbagliate che siano) stanno creando una marea di problemi a tutti noi, con limitazioni pesanti alla nostra vita, con la possibilità di incorrere in sanzioni anche pesanti per molto meno di una corona d’alloro ai Caduti: se poi qualcuno si incazza e esce senza motivo, non vi meravigliate dopo. Anche perché stanno fiorendo informazioni su episodi nei quali ci sono state sanzioni al limite del ridicolo, e non certo per colpa delle Forze dell’Ordine: io mi sono letto (anche per motivi professionali) tutti i DPCM e allegati vari, e vi posso garantire che ci sono delle voragini normative ed interpretative notevoli. Si offre il fianco anche qui, e non se ne sentiva il bisogno.
Poi c’è l’ultima perla, davvero insensata e grave, sempre riferita al periodo: la scarcerazione di Francesco Bonura, uno dei più stretti collaboratori di Bernardo Provenzano. Nel poco tempo che ho avuto, mi pare di aver capito che:
- costui sia stato scarcerato e condotto agli arresti domiciliari sulla base di una decisione del tribunale di sorveglianza di Milano, che ha anticipato la fine della pena in ragione della veneranda età del soggetto che avrebbe comunque terminato il suo periodo detentivo fra 7 mesi. Nessun legame diretto con Covid19
- la sua condanna era di 23 anni e 8 mesi e non, come ha scritto qualcuno, l’ergastolo. Fa una certa differenza.
- costui ha circa 75 anni, ed è la legge che permette le scarcerazioni
- insieme a lui, più o meno nello stesso periodo, sarebbe passato dal 41bis ai domiciliari anche un certo Iannazzo, ndranghetista di 78 anni.
- Tutti due erano in carcere in regime di 41bis, ed entrambi da oggi godranno della libertà limitata (ma sempre meglio di niente) del domicilio.
- Secondo Espresso ci sono altri 74 (settantaquattro) condannati al 41bis che potrebbero essere tolti dal carcere e messi ai domiciliari sempre sulla base di normative antecedenti Covid19 ma che trovano nel delirio attuale facile giustificazione come dice il Magistrato Bruti Liberati: “E’ nell’interesse generale della collettività, se si vuole, delle persone “per bene”, che il carcere sia gestibile, facendo uscire un numero significativo di detenuti, con esclusione delle categorie di pericolosi“. Ecco, sui meno pericolosi” avrei qualche perplessità, se si rischia che esca dal carcere uno come Nitto Santapaola. Sul fatto che sia interesse comune che le carceri siano meglio gestite, mi pare sia un po’ come scoprire l’acqua calda, ma partire da lì mi pare assolutamente insensato.
- Tralascio ogni possibile commento sulle dichiarazioni di alcuni politici (ovviamente dell’opposizione) che, tanto per fare un po’ di casino, parlano di liberazione dei mafiosi come se adesso fossero tutti liberi di andare in giro. Per me chi è stato condannato per quei reati non dovrebbe godere né di sconti di pena né di facilitazioni di nessun tipo, ma proprio nessuno.
Poi penso a chi è Ministro della Giustizia, e allora mi prende lo sconforto e chiudo tutto, almeno per oggi.