Vi avviso, stasera sono molto meno ecumenico e riflessivo perché queste giornate per me convulse, impegnative, complesse ogni tanto mi fanno innervosire e quindi noto cose che in altri momenti magari non noterei nemmeno, forse.
C’è un filo conduttore nelle cose che leggerete dopo, ed è la comunicazione. Ovviamente non sono un esperto di comunicazione, nemmeno dal divano, per cui prendete i miei pensieri solo come uno sfogo e nulla più .
Prima di tutto ci sono le “comunicazioni” in libero pascolo dei nostri ministri: trovo del tutto insensato che, molto prima che esista una reale decisione, qualcuno si affanni, credo per mera ricerca di visibilità, a dire che il periodo di blocco durerà oltre il 4 aprile. Ma non è bastato quello che abbiamo visto con gli annunci dei giorni scorsi per capire che queste comunicazioni in libertà non fanno altro che aumentare il già altissimo livello di stress che più o meno tutti abbiamo? Ministro Boccia, non era meglio stare zitti?
Poi ci sono le manifestazioni parossistiche televisive: una della cose che ho apprezzato dell’inizio della crisi è stato che Canale 5 aveva per un po’ messo in quarantena anche Barbara d’Urso, la regina del fetish televisivo (sì perché trash non basta, siamo al fetish). Ma purtroppo è durata poco, lei è tornata e ha creato un vero capolavoro di qualunquismo, grettezza e basso rispetto con la recita di non ricordo quale preghiera insieme a quel signore che pur non essendo quasi mai andato in Parlamento, pretende che lo stesso sia aperto per lavorare, ma quando poi riapre si guarda bene dall’oltrepassare il minimo sindacale di presenze. Io credo che sia stata una manifestazione di livello bassissimo, fatta a favore di telecamere e nulla più solo per mantenere alto il livello di fetish di quel tipo di programmi. Badate bene, non metto in discussione la realtà o meno della fede di quei due, non mi interessa. Ma infilare la religione in mezzo al disastro di quel programma mi è sembrato un delirio.
Andiamo oltre e spostiamoci in Regione Lombardia, la più massacrata da questa crisi e purtroppo non solo da quella. Ieri, finalmente, si inaugura il famoso ospedale Covid19 alla Fiera di Milano, evviva!! Una cosa davvero stupenda, realizzata in pochi giorni, fatta davvero bene (per chi come me quelle robe le conosce basta poco per capire che è fatta davvero bene). Ma ecco il capolavoro assoluto di ieri: in una regione che predica in lungo e in largo che “dovete stare a casa”, che “l’unico modo per evitare il contagio è l’isolamento”, il prode Presidente Fontana non trova nulla di meglio che realizzare una cerimonia di inaugurazione con qualche decina (c’è chi dice centinaia) di persone, tutte nello stesso posto, tutte piuttosto vicine ma, soprattutto, tutte (o molte) in violazione delle norme dei DPCM di questi giorni. Io capisco che si volesse dare evidenza ad una cosa certamente ben fatta, ma credo fosse molto più sensato fare una cosa in streaming con visita virtuale all’allestimento dell’ospedale Covid19 perché, se poi qualcuno di quelli che devono stare in casa a Milano si incazza, qualche ragione la posso trovare. Anche qui, a mio avviso, un mero e semplice tema di comunicazione.
E veniamo all’apoteosi , al massimo possibile di vuoto pneumatico della condivisione di qualunque cosa passi nell’etere (devo dire un po’ etilico ultimamente) del web: il post su Angela Merkel per il quale si è anche rispolverato un termine attribuito a Silvio Berlusconi che, all’epoca, fu esecrato e ritenuto inopportuno da molti.
Premetto, prima di proseguire, che sono molto lontano dall’idea di voler difendere la Premier Tedesca, sia perché mi sta piuttosto antipatica, sia perché sono convinto che la posizione tedesca e olandese sia fuori dal mondo. Ma in quel post (che avrò visto e ricevuto almeno 345 volte solo oggi), c’è un goffo tentativo di vendetta che dice di non comprare merce di alcune aziende tedesche insieme all’immarcescibile “fate girare!”, che a me fa girare qualcosa di differente. Cito a caso: Aldi supermercati, Lidl, Penny market, Despar, biscotti Bahlsen (scritto pure male), Yoghurt Muller, Knorr, Haribo, Paulaner, Edelweiss, Henkel, Hertz autonoleggio, Ravensburger, Bosch, Siemens, bla bla bla….. .Aggiungo, per amor patrio, che avete scordato Audi, Lamborghini, Volkswagen, Mercedes, Ktm, BBraun, Bayer, Boehirnger Inghelheim, Merck, Ratiopharm, Metro, Obi, Bofrost, Eismann, Deutsche Bank, Santander Consumer, BASF, Evonik, Miele, Aeg, Liebherr, Lange & Sohne, MontBlanc, e che diamine!! Diamo un po’ di visibilità a tutti, così noi che leggiamo, capiamo e facciamo girare il post possiamo convintamente non comprare nulla da queste aziende, così la culona tedesca esce sconfitta. Siete teneri, davvero.
Allora: Aldi 85 punti vendita in Italia, 6200 punti vendita nel mondo e 150.000 collaboratori (di cui molti in Italia)
Lidl: 16.000 collaboratori, 630 punti vendita e 10 centri logistici in Italia
Penny Market: 390 punti vendita, 7 centri di distribuzione, e 4000 dipendenti in Italia
Despar: 2.500.000.000€ fatturato 2019, 580 punti vendita in Italia
BBraun: 600 dipendenti e 230.000.000€ fatturato in Italia
Siemens: 3400 dipendenti, 2.000.000.000€ di fatturato Italia
Metro: 4.100 dipendenti, 49 punti vendita, 2 depot Food Service Distribution, 1.73 miliardi di euro di fatturato 2018-19
E mi fermo qui perché è tardi e ho sonno.
Detto che alla Sig.ra Merkel che voi compriate o meno la merce di queste (e di altre eventuali aziende tedesche) le importa più o meno quello che interessa a me della coltivazione dei rapanelli in Sud Africa, vi invito, quando passate sdegnati davanti a questi posti, a guardare in faccia i dipendenti italiani di questi colossi, a dire a loro che non comprate niente perché c’è la culona, a spiegare a loro l’insensatezza di questa idea che si giustifica solo con il prolungato assetto da divano di questa lunga pausa.
Mi spiace dirlo, ma un po’ di ragione Renzi ce l’ha: se state ancora molto a casa, non oso pensare a cosa potreste dire fra un po’.
Non prendetevela, lo sapete che mi piace essere ironico. Non sempre, ma ogni tanto sì.
Buonanotte.
PS: il mio letto è Frau, azienda italiana…