Non vi preoccupate, “giorno 1” non vuole dire che vi ammorberò tutti i giorni con le notizie dalla red zone di Modena, ma qualcosa oggi tocca davvero dirlo.
Ieri sera all’ora di cena a Roma arrivano le prime notizie delle nuove disposizioni del Consiglio dei Ministri sulla emergenza Coronavirus, e sono notizie davvero preoccupanti, perché la zona rossa viene estesa a mezza Emilia Romagna, ad una parte del Veneto, e alle Marche. Lì per lì non si capisce bene cosa stia succedendo e anche gli amici che ho qui a Modena (parlo ovviamente di chi ha accesso alle informazioni vere) non hanno modo di essere precisi.
Finisco la cena, vado a dormire con la percezione che forse non riuscirò nemmeno a tornare a casa, viste le prime info contenute nella bozza di decreto che sono state diffuse. Alle 3 di stamattina, invece, leggo notizie un po’ diverse ma soprattutto noto due cose devastanti:
- il DPCM che è stato diffuso non è quello finale, ma solo una bozza che era stata inviata alle Regioni per poi essere firmata dal Presidente del Consiglio dopo i necessari chiarimenti e le doverose precisazioni.
- l’aver diffuso queste bozze ha convinto molti che stavano per svariate ragioni nella zona rossa a prendere d’assalto i treni e “emigrare” verso sud con un rebound che faccio fatica a pensare quale possa essere nei prossimi giorni.
Su queste due cose (perché sulle altre è meglio che taccia) mi viene da dire che chiunque abbia condiviso quelle bozze con la stampa è un perfetto imbecille, perché non ha pensato (ma per questo ci vuole cervello) alle conseguenze di una scelta davvero demenziale. Poi penso a quelli che sono scappati dalle zone rosse e che si sono definiti “profughi”: no, voi siete degli scellerati (per essere buono) per mille ragioni che è inutile elencare qui adesso.
Io stamattina presto ho fatto il percorso contrario e da Roma sono tornato a Modena, ben sapendo che questo significa non potermi muovere da qui almeno fino al 4 aprile; credo che sia senso di responsabilità, senso civico, nulla di più. Siamo davanti ad una emergenza gravissima (anche se non è la peste nera), occorre fare le cose giuste. E le cose giuste non sono né andare a sciare in Piemonte né scappare da Milano, queste sono robe da dementi. Se qualcuno dei miei amici ha fatto qualcosa del genere e si offenderà, avrò tutto il tempo di farmene una ragione, visto che da oggi sono in trincea con i miei concittadini emiliani, a combattere per l’ennesima volta una battaglia difficilissima.
Oggi non voglio fare polemiche politiche, mi pare che siano del tutto fuori luogo, quindi evito i commenti sulla Sanità che perde soldi, sui porti aperti, sui virus fatti in laboratorio, su tutto quello di cui dovremo parlare dopo.
Oggi è il momento di dimostrare, se è vero, che siamo un Popolo, che lasciamo da parte le divisioni politiche, sociali e di altro tipo solo per combattere tutti insieme una battaglia difficile ma non impossibile da vincere; saranno giorni durissimi, con mille difficoltà, ma io rispetterò i dettami delle ordinanze, andrò al lavoro perché mi è consentito farlo e anche perché la mia Azienda produce disinfettanti, quindi possiamo e dobbiamo aiutare chi ne ha davvero bisogno.
Dopo, ma solo dopo, potremo discutere della pochezza della nostra classe politica (non solo del Governo, anche delle opposizioni), della difficoltà in cui naviga un sistema sanitario che ha eccellenze nelle professionalità ma ha anche gravissimi problemi organizzativi, della scemenza che qualcuno ha fatto nel diffondere notizie che erano e dovevano rimanere riservate, di chi ha colpe gravi anche solo nelle dichiarazioni di oggi e di ieri, ma questo domani, dopo che avremo risolto questo dannato problema.
Molti oggi mi hanno fatto i complimenti per il mio rientro, io ringrazio tutti ma non vedo cos’altro avrei potuto e dovuto fare: qui ci vivo, ci lavoro, c’è un pezzo importante della mia famiglia, cosa potevo fare stando fuori dalla zona rossa? Probabilmente, anche solo per quel poco che potrò fare sul lavoro, la mia presenza è più utile qui, anche se questo mi costa tantissimo sotto molti aspetti. Credetemi, arrivare oggi alla stazione di Bologna e trovarla vuota, arrivare a Modena in una specie di deserto mi ha fatto male, non vi nascondo che avrei voluto piangere dalla rabbia, ma devo rimboccarmi le maniche e rendermi utile, per i sentimentalismi c’è poco spazio adesso
Fra pochi minuti chiuderanno bar, ristoranti, luoghi di aggregazione, piscine, centri sportivi, centri anziani, cinema, tutto. E allora sarò davvero difficile, ma sono sicuro che ce la faremo.
L’Italia intera sta affrontando una emergenza senza precedenti, c’è davvero bisogno del buon senso di tutti.
#stringiamociacorte
#litaliachiamò
Giovanna Lauretta
Sono perfettamente d’ accordo
Bisogna avere in questo momento
Delicato e difficile buon senso ed ognuno di noi fare la nostra parte di collaborazione
Io dott, Paolo Botti ho mia figlia che vive a Modena e la mia nipotina e a Bologna e non si potra muovere fino a nuove disposizioni..bisogna attenersi a tutte le
Regole e collaborare solo cosi si riuscira’
A finire questo incubo siamo positivi e pieni di energia uniti insieme ce la faremo grazie un caro saluto Giovanna Lauretta…
Giuliana
Grande stima per te , caro Paolo. Condivido ogni tua parola. Purtroppo, l’irresponsabilità dei molti è alimentata dalla scarsa autorevolezza dei preposti alla gestione dell’ attuale crisi. Non è il momento delle polemiche politiche, ma credo che sarebbe un errore non svolgere una buona successiva analisi, senza sconti e ipocrisie da politicamente corretto. Questo è un Paese in cui la classe dirigente ha dimenticato cosa voglia dire ” responsabilità ” : non l’ha praticata e non l’ha insegnata. Perché il popolo dovrebbe capire ! Si può capire , per esempio, perché il Forlanini è ridotto a un rottame saccheggiato e fatiscente? perché non è dato sapere chi siano i responsabili dello scempio di un bene pubblico che era in eccellenza e perché non ne rispondano? E se chi è al comando non spiga enon impedisce questo ed altri gravi danni alla comunità perché , dopo, dovrebbe essere creduto ? Siamo al ” si salvi chi può ” : individualismo di chi fondalmente si sente lasciato a se stesso. Il popolo che non ha guida credibile ( e per guida non intendo una dittatura ) è allo sbando … chissà perché mi sovviene una data: 8 settembre! Ma non è la sola. Grazie per questo tuo blog caro Paolo!
PaoloBotti
Grazie a te per la stima (peraltro assolutamente ricambiata e lo sai) e anche perché perdi tempo a leggere il mio blog.
A dopo il 4 aprile