Vi vorrei raccontare una storia che forse a molti dirà poco, ma che a me invece dice molto.
A Roma conobbi, anni fa e per strade diverse, due persone che chiamerò Jacopo e Cinzia; due amici, due belle persone (dote rara di questi tempi) che avevano in comune una passione, che coltivano da anni e che ancora oggi è filo conduttore delle loro vite, la musica.
Parliamo prima di Cinzia, se non altro per dovere di cavalleria, e sono sicuro che quale gran signore di Jacopo non me ne vorrà. Qualche anno fa non esitai a definire Cinzia “la più bella voce del jazz italiano” cosa che confermo di pensare ancora oggi. Bene, Cinzia insieme ad un gruppo di fantastici musicisti decise di fare una cosa che per molti può sembrare senza senso: mettere in chiave jazz alcune arie delle opere di Verdi. Follia pura, direte voi. Ed è vero, è pura follia, ma lei assieme ai suoi amici e colleghi musicisti lo fa, e lo fa anche molto bene.
Jacopo, invece, è un talentoso direttore d’orchestra (oltre ad essere altre 344 cose) e ho ben chiaro in mente quando andai ad ascoltare il suo concerto nella basilica di Collemaggio a L’Aquila, duramente colpita dal terremoto devastante che tutti ricordiamo. Bene, alla fine di quel concerto che per lui, aquilano, aveva sapori e motivi certamente molto “forti” io gli dissi una cosa molto semplice, alla quale lui rispose con il sorriso di chi pensa di trovarsi di fronte ad un pazzo. Gli dissi “Tu sei un genio”, e anche in questo caso confermo quello che dissi allora.
Bene. qualche anno fa, dopo aver ascoltato attentamente e più volte il cd di Cinzia su Verdi in jazz, decisi che questi due dovevano incontrarsi e fare qualcosa assieme, solo sulla base della mia passione per la musica e per il legame di stima e di affetto che avevo e che ho con loro due. Il primo incontro non fu facile, perché convincere un algido Direttore d’orchestra sinfonica ad accettare una simile contaminazione non era facile, ma le cose facili a me non sono mai piaciute.
Ma contavo sulla grande intelligenza di entrambi, e non mi sbagliavo.
Ricordo ancora quell’incontro al bar di piazza san Silvestro, pieno centro di Roma, durato un’oretta buona, al termine del quale mi chiesi se avessi fatto bene o no a farli incontrare.
Poi, siccome gli artisti sono gente strana, per molto tempo non chiesi più nulla, seguendo entrambi nel loro percorso professionale e artistico fatto di grandi successi; quello che potevo intuire era che quella collaborazione che avevo sognato possibile stava prendendo piede, fino a quando Cinzia mi disse che stavano lavorando ad un altro progetto semplicemente pazzesco: Puccini in jazz.
Nel 2019 esce il cd, che io mi ritrovo tra le mani quasi subito e che ascolto con attenzione, più volte, come si deve fare per un lavoro ardito, difficile, di altissimo livello musicale, ma anche un po’ folle. Bene, il risultato è un qualcosa di assolutamente straordinario, un cd per palati fini, non certo per altri palcoscenici più famosi, ma certamente per gente che ci capisce, di musica.
Poi, nei giorni scorsi, il concerto: Auditorium della Musica di Roma, sala piena, 1000 persone che omaggiano i due di cui sopra che, assieme ad una orchestra di altissimo livello e assieme ad artisti del calibro di Pietro Iodice, Stefano Sabatini, Luca Pirozzi, Javier Girotto, AntonelloSalis, Giovanna Famulari e Pino Jodice, danno vita ad un concerto memorabile.
Io sono sicuro che non si fermeranno qui, anche perché l’ultima volta che li ho visti insieme (pochi giorni fa) ho avuto l’impressione che stessero già pensando alla prossima follia da fare insieme, che sarà di certo l’ennesimo successo.
Vedete, accettare sfide di questo tipo non è da tutti, occorre essere molto sicuri dei propri mezzi e, soprattutto, avere la voglia e il tempo di studiare partiture, di inquadrare le opere nella loro essenza lirica, accettare ore e ore di prove, modifiche, arrangiamenti, insomma fare musica sul serio, studiare tanto ma tanto. E loro lo fanno, molto bene.
Ascoltateli, seguite le loro carriere, non ve ne pentirete.
Io mi limito a pensare che un po’ di merito nel loro successo è anche mio.
Cinzia Tedesco e Jacopo Sipari di Pescasseroli
Buon ascolto