Sono giorni che spero di aver capito male quello che sta succedendo, ma sono anche giorni che invece ho la spiacevole sensazione di aver capito bene, molto bene, lo scemario (non è un errore) nel quale ci stiamo muovendo.
Provo a fare il riassunto, sempre basandomi su quello che so e quello che penso.
Dopo la sfolgorante prova di Renzi che riesce a far perdere al PD più della metà dei voti ottenuti alle Europee solo per autocelebrazioni inutili e fortemente devianti, si arriva alle elezioni, quelle nelle quali, secondo qualcuno, eleggiamo i Governi. No, non è questo che facciamo.
Il risultato è più o meno quello atteso: grande risultato del Mo Vi Mento (mai vero come oggi), sostanziale arretramento del PD, aumento dei voti alla Lega che però non arriva che terza, e poi il nulla. Nessuno può governare da solo e allora i 5 stelle si inventano il “contratto di governo”, una delle più belle scemate che mai mente di politico abbia partorito, per governare assieme ai terzi arrivati, cioè in sostanza con Salvini che da solo vale più della metà del suo partito.
Due vice premier, un premier sconosciuto ai più, ministri in massima parte improponibili ( uno su tutti;: DJ Fefè alla Giustizia) e un programma politico basato non sulle reali necessità del Paese, ma sul soddisfacimento di quelle promesse elettorali che hanno caratterizzato la campagna elettorale, ormai pressoché perenne.
Dura poco, perché Salvini aveva da sempre preparato il trappolone: tirare la corda, portando a casa (almeno a parole) quello che aveva promesso prima del voto (a proposito, ma da voi le hanno poi tolte le accise sulla benzina?), arrivare alla lite con i 5 stelle e chiedere elezioni al momento giusto, cioè quando i sondaggi avessero detto che con i voti di Madame Meloni si poteva governare praticamente da soli.
Purtroppo per lui, ha clamorosamente sbagliato i tempi di questo piano, andando alla crisi di governo nel momento sbagliato, se non fosse che così lascia un bel cerino a chi arriverà: la legge di bilancio o come cappero si chiama quella roba per la quale pare servano una caterva di miliardi di euro. Lacrime e sangue (propri) non fanno parte del lessico di nessun partito, quindi nemmeno della Lega.
A questo punto, in pieno agosto, con i parlamentari chiamati molto elegantemente ad alzare le chiappe dalle spiagge, si apre un confronto politico con i 5 stelle che non sanno davvero che pesci pigliare, a parte urlare a pieni polmoni che “mai andremo al governo con il partito di Bibbiano (colossale cazzata), il partito di MPS, il partito di Banca Etruria (scordando forse per l’età Credieuronord), il partito della RAI lottizzata (adesso da loro) e via di questo passo.
Se a destra si ode uno squillo, a sinistra uno squillo risponde: il PD, il partito che ha visto nelle sue file gente come Berlinguer, risponde che mai e poi mai andrà al Governo con i 5 stelle impreparati, amici di Salvini, qualunquisti, e improvvisati.
Poi si vede che il pranzo di Ferragosto porta consiglio (??) e allora si dimentica tutto, ma proprio tutto, ufficialmente con un anelito patriottico: fare il bene del Paese.
E, giustamente, si discute di poltrone, ministri, sottosegretari, incarichi, sempre e solo nel nome del bene del Paese.
Fino ad oggi, alla comica finale: il voto on line sulla piattaforma Rousseau. Sono convinto che la stragrande maggioranza dei 5 stelle (e non solo loro) ignori persino come si scrive il nome di questo qui, figurarsi se sanno chi era e cosa ha fatto.
Bene, questa fantastica buffonata on line raggiunge percentuali bulgare di consenso esattamente su quel progetto che fino a tre giorni fa era visto come un calcio nelle parti basse: il governo con il PD.
Il PD non ha (per fortuna) la piattaforma on line, anche perché di sciagure ne ha già abbastanza, e i nomi li sapete bene. Anche qui, i fenomeni dirigenti del partito che fino a ieri aveva detto, giurato e spergiurato “mai con i 5 stelle”, adesso dicono che “ci sono importanti convergenze” pur di avere una poltrona sicura sotto il sedere.
Si salvano solo in parte Matteo Ricchetti che vota contro e Carlo Calenda che esce dal partito in aperta polemica con la dirigenza: chapeau.
Adesso non rimane da vedere che lista verrà presentata al Capo dello Stato, che già deve sopportare le lezioni di diritto costituzionale di chi ha fatto a malapena il liceo e che dovrà prendere atto o meno del futuro Governo, che nasce secondo me come uno dei più scalcagnati ed insensati della storia repubblicana. Sono e resto fermamente contrario a questa accozzaglia di fenomeni (per non dire altro) e se qualcuno voleva far crollare i miei convincimenti politici, c’è riuscito benissimo.
Poi stenderei un velo pietoso su tutta la pessima dietrologia che ho letto e sentito in questi giorni, dalle telefonate della Merkel segrete (ma loro lo sanno) all’invito al Bilderberg a Renzi, segreto anche questo (ma loro lo sanno), a tutte le altre buffonate che ho letto e sentito in questi sciagurati giorni.
Avete raccontato una montagna di balle a tutti e non vi vergognate nemmeno.
Penosi.