MOCA, Materiali e Oggetti destinati al Contatto con gli Alimenti, una seria questione di sicurezza alimentare. Il ricorrere di gravi criticità nel sistema europeo di allerta rapida induce la Commissione ad adottare un’apposita raccomandazione sui controlli pubblici ufficiali che gli Stati membri devono eseguire e comunicare a Bruxelles. Con l’obiettivo di mettere a fuoco le contaminazioni prevalenti e meglio garantire la salute pubblica.
MOCA, problemi di sicurezza alimentare
Le criticità di sicurezza registrate nel RASFF (Rapid Alert System on Food and Feed), in relazione ai MOCA, sebbene in lieve diminuzione, si qualificano spesso come ‘serie’. I materiali e gli oggetti destinati a venire a contatto con gli alimenti presentano dunque gravi rischi per la salute dei consumatori, gravissimi per bambini e adolescenti. Con particolare riguardo a prodotti in arrivo da Paesi extra-europei.
La gravità del problema si esprime in un paio di macroscopici esempi, tratti dal sistema di allerta. Un set di posatine per bambini, proveniente dalla Cina, ha evidenziato una migrazione di nichel (metallo pesante tossico) oltre 500 volte superiore ai limiti consentiti (55,7 mg/kg, a fronte di un limite di 0,1). Altre stoviglie, sempre in arrivo dalla RPC, hanno superato di quasi 2000 volte le soglie ammesse (19.500 µg/Kg, a fronte di un limite di 10 µg/Kg) di ammine aromatiche, una famiglia di composti, alcuni dei quali cancerogeni, altri sospettati di esserlo.
Diverse sostanze tossiche sono state riscontrate nei MOCA oggetto di allerta. Metalli pesanti, ivi compreso il piombo, ma anche formaldeide e la melammina. Dato atto dei gravi pericoli per la salute pubblica associati a tali contaminazioni, la Commissione europea ha deciso di adottare un piano coordinato di controllo. Con il primo obiettivo di monitorare la prevalenza delle diverse sostanze pericolose che migrano da materiali e articoli destinati al contatto con i prodotti alimentari.
MOCA, il piano coordinato di controlli in UE
La raccomandazione (UE) 2019/794 della Commissione europea, 15.5.19, è ‘relativa a un piano coordinato di controllo volto a stabilire la prevalenza di determinate sostanze che migrano da materiali e articoli destinati a entrare in contatto con i prodotti alimentari’. In Allegato alla raccomandazione, l’istituzione di indica il numero minimo di campioni da sottoporre ad analisi in ciascun territorio. Ogni Stato membro è quindi chiamato ad attuare un apposito piano di controllo e comunicare a Bruxelles i risultati ottenuti. L’Italia è al primo posto per numero di campionamenti minimi raccomandati (100), insieme a Belgio, Germania, Spagna, Francia e Regno Unito.
Sono precisati i materiali da sottoporre a campionamenti e analisi, nonché i prodotti ove è più probabile rilevare quantità significative di sostanze vietate ovvero superiori ai limiti stabiliti. Con richiamo ai parametri critici su cui focalizzare l’attenzione già a partire dal secondo semestre 2019. In particolare:
– i materiali da controllare con maggiore scrupolo sono vari. Plastica, carta e cartone, metalli. Senza sottovalutare i materiali derivati da fonti naturali ove siano utilizzati additivi (es. bambù),
– i prodotti potenzialmente critici sono tazze da caffè riutilizzabili, lattine, fogli termoformati, imballaggi flessibili, tubature, chiusure e coperchi. Oltre a materiali e oggetti di fabbricazione artigianale,
– i contaminanti da vigilare sono sia quelli identificati come rischi emergenti dalla comunità scientifica (es bisfenolo, sia quelli segnalati con maggiore ricorrenza nelle notifiche del sistema di allerta rapido.
I contaminanti da tenere sotto controllo
Il bisfenolo A (BPA) – interferente endocrino oggetto di recenti quanto blande restrizioni, utilizzato per produrre plastiche e rivestimenti di latte e lattine – è in cima alla lista. (2) La Commissione chiede di indagare anche su uno dei suoi principali sostituti, il bisfenolo S (BPS). In relazione a tale sostanza – che secondo alcuni studi può essere altrettanto pericolosa – non sono a tutt’oggi disponibili dati sui livelli di migrazione.
Gli ftalati – o esteri ftalici, gruppo di sostanze ampiamente utilizzate come plastificanti e coadiuvanti tecnologici – devono altresì venire sottoposti ad appositi controlli, a fronte di una non conformità segnalata nel RASFF legata alla loro migrazione negli alimenti. Gli ftalati sono perturbatori endocrini, in alcuni casi addirittura tossici per la riproduzione, pericolosi in caso di esposizioni prolungate o ripetute. Il loro impiego è perciò vietato nei giocattoli e limitato negli articoli di puericultura (biberon, piattini e posatine per bambini). E tuttavia, incredibilmente, essi sono tuttora ammessi nei MOCA.
L’Istituto Superiore di Sanità (ISS), grazie al progetto ‘Life pursuaded’, ha riscontrato livelli misurabili di ftalati nel 100% dei 900 bambini sottoposti a monitoraggio (e BPA nel 76% dei soggetti). I risultati della ricerca italiana hanno perciò indotto la Commissione europea a sospettare che gli ftalati siano addirittura utilizzati in articoli di puericoltura.
Le ammine aromatiche primarie sono pure considerate nella raccomandazione. Il Centro comune di ricerca della stessa Commissione europea, in una precedente indagine, ne aveva rilevato la presenza in concentrazioni significative nei tovaglioli di carta colorata.
Formaldeide e melammina sono già state oggetto di un apposito regolamento, dopo il riscontro di numerose non conformità su utensili da cucina in arrivo da PRC e Hong Kong. (3) Il problema rimane attuale sebbene in calo, con 23 casi nei primi mesi del 2019. La formaldeide – il cui limite di migrazione è definito in 15 mg/kg, nella disciplina UE sulle materie plastiche – è stata classificata dallo IARC, nel 2004, tra i composti del gruppo I (cancerogeni certi).
Il fenolo – un composto aromatico derivato dal benzene, usato per produrre plastiche, vernici e rivestimenti dei materiali a contatto – compare a sua volta nella raccomandazione della Commissione. Le fonti di esposizione al fenolo sono infatti molteplici, secondo le valutazioni dell’EFSA (European Food Safety Authority), fino a raggiungere un livello troppo elevato per la salute.
I composti fluorurati (PFAS, PFOA) – sostanze idrofobiche e lipofobiche di largo impiego, soprattutto nelle pellicole resistenti all’olio (es. carta da forno, imballi per fast food, sacchetti per pop corn, etc.) sono pure considerati. Ancora una volta si tratta di interferenti endocrini, la cui pericolosità emerge con crescente evidenza. I PFOA sono classificati da IARC (International Agency for Research on Cancer) nella classe 2b. Vale a dire, sicuramente cancerogeni per gli animali e possibilmente anche per gli uomini, in attesa di conferma.
L’interesse verso questi composti è cresciuto negli ultimi anni a causa della loro diffusione, per il largo utilizzo ma anche a causa della loro elevata persistenza nell’ambiente. Trattandosi di sostanze molto stabili, i composti fluorurati – così come le microplastiche – possono percorrere lunghe distanze trasportati dall’aria e raggiungere aree poste anche a migliaia di chilometri dagli impianti di produzione. Con effetti negativi e di bio-accumulo negli esseri viventi (EPA, Environmental Protection Agency, USA).
I risultati del monitoraggio pan-europeo verranno utilizzati per valutare l’eventuale necessità di nuove regole. Nella speranza, almeno una volta in questo ambito, (!) di garantire un elevato livello di protezione della salute dei consumatori europei.
Dario Dongo e Luca Foltran
Note
(1) Racc. UE 2019/794 della Commissione, 15.5.19, ‘relativa a un piano coordinato di controllo volto a stabilire la prevalenza di determinate sostanze che migrano da materiali e articoli destinati a entrare in contatto con i prodotti alimentari’, su https://eur-lex.europa.eu/legal-content/IT/TXT/?qid=1558908819737&uri=CELEX:32019H0794
(2) Reg. UE 2018/213 della Commissione, 12.2.18, ‘relativo all’utilizzo del bisfenolo A in vernici e rivestimenti destinati a venire a contatto con i prodotti alimentari e che modifica il regolamento (UE) n. 10/2011 per quanto riguarda l’utilizzo di tale sostanza nei materiali di materia plastica destinati a venire a contatto con i prodotti alimentari’
(3) Reg. UE 284/11 della Commissione, 22.3.11, ‘che stabilisce condizioni particolari e procedure dettagliate per l’importazione di utensili per cucina in plastica a base di poliammide e di melammina originari della Repubblica popolare cinese e della regione amministrativa speciale di Hong Kong, Cina, o da esse provenienti’