Ho trovato sul profilo Facebook di Chiara Boriosi, amica “virtuale” questa riflessione che trovo non solo profondamente condivisibile, ma anche di una stringente attualità.
Concordo con lei: è in atto una colossale rimozione della realtà, non nel senso “complottistico” del temine, ma nel senso più banale (forse) di visioni della realtà molto lontane da tutto quanto dovrebbe essere di supporto alla Conoscenza, non a caso scritto in maiuscolo.
“A me pare che sia in atto, anzi, di più, in fase ormai avanzatissima, una colossale rimozione della realtà dei fatti.
Attenzione, non della verità, che è paradigma assoluto e del tutto inapplicabile alla infinita varietà dei casi umani, ma di qualcosa di tangibile, di documentabile, di comprovabile.
Siamo in piena fiera del possibile, del probabile, del variabile, dove non esistono più punti fermi ma tutto viene rimesso in discussione, non però con spirito critico, che sarebbe cosa sana e giusta, ma con il più volatile degli strumenti dialettici: l’opinione.
L’opinione basata sul “si dice”, sul “forse”, sul “l’ho letto in Rete”.
L’opinione che diventa realtà alternativa e assume la stessa valenza della realtà documentata.
Viviamo il tempo dell’opinabile, che ha sgretolato ogni certezza, persino i pilastri fondamentali dello stato di diritto, e in cambio ha aperto la strada al tutti hanno ragione, nessuno si senta escluso.
In questa nuova categoria del pensiero, liquida, multiforme e impossibile da definire, ci perdiamo tutti, perché saltano tutti i parametri fin qui conosciuti.
Vero-Falso, Giusto-Ingiusto, Sensato-Insensato, Ragionevole-Irragionevole, Possibile-Impossibile, non esistono più.
E approcciarsi a questo magma indistinto ma incandescente che sta travolgendo tutto richiede strumenti di analisi, di pensiero, di elaborazione che, in questo momento, nel nostro paese non sembra possedere nessuno.
Questo a me fa paura, ma paura davvero, perché non mi ero mai sentita tanto sconfitta ed impotente come adesso.”
Vince l’opinione: quella che ti fai leggendo Internet (come se fosse una Bibbia), quella che ti fai ascoltando i tuoi referenti politici o morali, ma quasi mai con quel passaggio banalissimo che è diventato merce rara, un po’ come gli orsi polari: la verifica.
Chi di voi perde tempo seguendomi, sa che sono un feroce oppositore delle cosiddette “bufale”, ma nonostante tutto qualche volta (poche per fortuna) ci sono cascato anche io.
L’immediatezza della notizia, sparata lì magari a titoli cubitali, urlata in faccia a tutti come se non ci fosse un domani, sta diventando una sorta di Totem, di Dazebao comune al quale molti attingono senza discernimento. In questi giorni tristi e difficili ci sono stati talmente tanti casi del genere che è anche difficile trovare un elenco, ci sono cascati anche eminenti esponenti politici, ai quali sarebbe bastato (per fare un esempio) chiedere un Cerved per verificare se la notizia scandalosa sparata ad arte era vera o no. E invece no, pochissimi sono quelli che la fanno, la verifica.
Poi ci sono quelli che non esito a definire una massa informe di imbecilli che le notizie le inventano di sana pianta: per questi ci vorrebbe il miglior Freud, che temo però butterebbe la laurea dalla finestra.
E’ scomparso il buon senso, vince solo chi urla più forte.
Concordo con Chiara (che ringrazio per la chiarezza del pensiero): a me tutto questo fa paura.