Lo scorso fine settimana si è chiuso il Giubileo straordinario della Misericordia, voluto da Papa Francesco e accolto con favore da Roma Capitale, perché avrebbe potuto e dovuto essere un altro “piano di rilancio” della Città Eterna, dove però mi pare che di eterno ci sia solo la incapacità gestionale.
21.000.000 di pellegrini arrivati in un anno a Roma, un numero altissimo di persone che hanno visitato la città, mangiando, dormendo, vedendo musei e altro, il tutto nella solita, eterna città.
Io so che molti hanno la memoria corta, ma quando il Papa annunciò a sorpresa il Giubileo, la prima reazione fu di sconcerto: ma come, si indice il Giubileo a Roma e noi, Amministratori di Roma Capitale, non veniamo nemmeno interpellati né informati? Poi, subito dopo, le Autorità Capitoline e quelle nazionali si misero d’accordo (più o meno) sul da farsi, con promesse (queste sì, eterne) di opere libere da problemi, procedure d’urgenza, Cantone che controlla, soldi spesi bene, “faremo in fretta”, ” la città ne ha bisogno”, “è un investimento sul futuro” e via di questo passo, quando Ignazio Marino era Sindaco di Roma. Sì, perché qualcuno ha rimosso il ricordo, ma Ignazio Marino è stato anche Sindaco di Roma.
Il Governo, la Regione Lazio e il Comune di Roma stanziarono più o meno 200.000.000 di euro (nostri) per una serie di interventi di riqualificazione della Città, promettendo un sacco di belle cose, anzi di bellissime cose. Poi, per un po’, il silenzio ha regnato sovrano, fino alla scorsa estate quando qualcuno si è svegliato e ha detto “Oddio, ma mancano solo 90 giorni all’inizio del Giubileo, non abbiamo ancora fatto praticamente nulla!!”, e giù di Conferenze dei Servizi, Piani Straordinari, Progetti di ogni tipo, e tutto il contorno. Tutto questo innestato sulle dimissioni “spintanee” di Marino, la nomina di Paolo Tronca Commissario Straordinario, Gabrielli Commissario Straordinario al Giubileo, Cantone Controllore Erga Omnes, nuove elezioni e la nomina di Virginia Occhibelli Raggi nuovo Sindaco di Roma.
Mentre i nostri Eroi erano impegnati nelle suddette amene attività di gestione (Oddio, gestione…..) della cosa pubblica, il tempo passava veloce e a pochi mesi dall’inizio di questo Anno di Misericordia, si iniziarono i lavori. Il Presidente Renzi e anche altri Dignitari di Stato dissero più volte che le opere sarebbe finite prima dell’inizio del Giubileo, e su questa clamorosa bugia anche Romolo e Remo si sono fatti grasse risate, perché era semplicemente impossibile finire tutto in così poco tempo, e infatti non si è finito. La stragrande maggioranza delle opere realizzate sono state quelle intorno al Vaticano, e mi verrebbe da chiedere come mai.
Ma ci sono alcune casette di poco conto che non sono state nemmeno sfiorate dalla volontà appaltatrice di Roma Capitale:
Asfalto e rifacimento dei marciapiedi del Lungotevere
Restyling di otto bagni pubblici
Risistemazione delle aree verdi adiacenti alle basiliche e di Colle Oppio a due passi dal Colosseo
L’ostello della gioventù all’interno di due padiglioni dell’ex ospedale psichiatrico Santa Maria della Pietà è ancora chiuso: l’inaugurazione dei 140 posti letto è bloccata da un contenzioso giudiziario.
Il completamento dell’anello ferroviario, bloccato da un ricorso al TAR di un gruppo nutrito di residenti che non vogliono che si termini l’opera.
Il completamento della pubblica illuminazione in alcune aree di periferia, lavori mai iniziati.
I 95 milioni stanziati dal Governo Centrale sono arrivati dopo l’estate, quindi a Giubileo abbondantemente aperto, e gli stanziamenti che avrebbero dovuto servire per il piano di illuminazione sopra citato e per la sistemazione di aree periferiche della città sono ancora fermi lì, non saprei dove ma sono fermi.
Probabilmente non è tutto qui, magari qualcuno ha maggiori dettagli, ma mi viene da pensare che Romolo e Remo avessero ragione a farsi grasse risate: il problema è che abbiamo fatto l’ennesima figura pessima con il mondo intero dopo un anno di passione per chi a Roma ci vive, e ha passato tempo infinito tra cantieri aperti, strade che neanche ad Aleppo e promesse, come sempre, non mantenute.
Romolo e Remo ridono, io un po’ meno e con me tutti i romani.