Nelle concitate fasi politiche di oggi, si inseriscono le tante (secondo me troppe) indagini a carico di più o meno tutti i partiti politici italiani, siano essi tradizionali o alternativi.
Solo per fare un po’ di storia, quando toccò al centro destra essere oggetto di indagini, la sinistra urlava alle dimissioni, chiedeva impeachment più o meno possibili, pubblicava di tutto purché fosse contro Silvio & C., mentre la destra urlava al complotto, ai Magistrati “malati di mente”, al regime e altre amenità del genere.
Poi, il centro destra è stato sconfitto, più per volere dei Magistrati che per reale volontà politica, e il centro sinistra è assurto ai massimi vertici dello Stato, parlando di riforma della Magistratura, processi certi e veloci, ecc ecc. Nel tempo, abbiamo visto che la Magistratura “malata di mente” ha iniziato a perseguire anche Renzi e i suoi accoliti, e adesso siamo a parti ribaltate: chi prima urlava al complotto, oggi urla alla gogna “perché i comunisti sono tutti uguali”, e chi urlava contro la destra corrotta, oggi chiede garanzie e dice che “un avviso di garanzia non è una condanna”, come se dicesse una sorta di teorema pitagorico indiscutibile, se non fosse che è l’esatto contrario di quello che dicevano qualche anno fa.
In tutto questo si sono inseriti i Grillini, che hanno avuto anche severe punizioni dallo Stato per avere più volte urlato “onestà, onestà” nelle sacre stanze del potere, e si sono dimostrati da subito dei propugnatori del “tutti ladri, tutti a casa”, del “bravi i magistrati che indagano”, fino ad oggi. Sì, perché oggi anche alcuni di loro sono coinvolti in indagini più o meno credibili, e adesso arrivano anche da parte loro i distinguo, i “ma un avviso di garanzia non è una condanna”, oppure “dobbiamo prima leggere le carte”, cioè tutto quello che abbiamo già sentito da quelli che, secondo loro, andavano cacciati solo perché del “PDmenoelle”. In questa battaglia di parole si è inserita il candidato Sindaco di Roma (scusate, ma a me “sindaca” fa vomitare), che dice “Non ho ancora sentito Pizzarotti, per cui non saprei che dire, ma dobbiamo leggere le carte e, se lui ha fatto una cosa contraria allo statuto del Movimento, si dovrà dimettere”. In questa frase è contenuta una delle bestialità di garantismo più becero che mai politico abbia pronunciato, a maggior ragione se detta da un avvocato: ma cosa c’entra lo statuto del Movimento se a Pizzarotti vengono contestati reati contro la Pubblica Amministrazione? In un Paese normale, qualcuno avrebbe già consigliato a Virginia di tornare sui banchi dell’Università e rileggersi il Codice Penale, noi invece stiamo ancora a dire che forse la sua idea della funivia non è poi così male…….
E anche da parte loro vai con i distinguo, con i “vedremo”, con i “eh, ma non si può condannare uno così” e bla bla bla.
A me viene da dare ragione al Presidente del Consiglio: un avviso di garanzia non è una condanna, e così dovrebbe essere per tutti, politici, manager, calzolai, stradini, muratori, chirurghi e altro. Sappiamo però che così non è, di fatto in questo sciagurato Paese un avviso di garanzia è già una condanna, le leggi sono troppe e spesso contraddittorie, e la classe politica in questo ci sguazza amabilmente, mentre noi arranchiamo in un Paese che di ripresa vede solo quella del motorino…..
Ormai non ha più neanche senso chiedere una riforma del sistema legislativo, lo abbiamo fatto più volte, non se ne esce: forse l’unica soluzione è candidarsi a qualcosa, tanto prima o poi un avviso di garanzia arriva e la Casta ti dirà “benvenuto tra noi”.
Ditemi che sto sbagliando, vi prego.
Che tristezza e che rabbia…. .