Non ho mai scritto praticamente nulla sulla cronaca nera perché non la seguo, non mi piace scandagliare fatti che non mi appartengono e nei quali, spesso, qualcuno ci lascia le penne.
Al contrario di quello che penso io, moltissimi italiani seguono le cronache giudiziarie su ogni possibile canale, si fanno investigatori, magistrati, giudici e condannano o assolvono qualcuno solo sulla base di come viene loro raccontata la vicenda e a seconda di una mera questione di “simpatia” verso i personaggi che animano queste tristi vicende.
Poi, però, c’è una Magistratura che, nel bene o nel male, segue il suo iter, ed è quella che dovrebbe fare riferimento per tutti: se ti condannano sei colpevole, se non ti condannano sei innocente. Tutto qui, semplice, lineare e facile.
Invece no. Anche dopo la sentenza di assoluzione ci sono personaggi più o meno noti, i cosiddetti “opinionisti” che si permettono di giudicare qualcuno anche dopo una tripla sentenza di assoluzione.
Riporto da Wikipedia:
“Il processo per l’omicidio di Meredith Kercher ha avuto un iter giudiziario particolarmente travagliato. In primo grado, come concorrenti nell’omicidio, furono condannati dalla Corte d’Assise di Perugia nel 2009 anche la statunitense Amanda Knox, e l’italiano Raffaele Sollecito. I presunti coautori del delitto furono successivamente assolti e scarcerati dalla Corte d’Assise d’appello nel 2011 per non avere commesso il fatto (relativamente all’omicidio), mentre per Amanda Knox fu confermata la condanna a tre anni per calunnia nei confronti di Patrick Lumumba (da lei accusato dell’omicidio e risultato estraneo ai fatti). Decisive furono le perizie che escludevano la certezza della presenza sulla scena del crimine dei due imputati. La Corte di Cassazione, accogliendo il ricorso della Procura Generale di Perugia, il 26 marzo 2013 annullò la sentenza assolutoria d’appello e rinviò gli atti alla Corte d’Assise d’Appello di Firenze. Per il procuratore generale di Perugia Giovanni Galati, la sentenza di assoluzione era “da cassare” poiché minata da “tantissime omissioni”, “errori” e, quindi, da “inconsistenza delle motivazioni”.[2]Il 30 gennaio 2014 la Corte d’Assise d’Appello di Firenze sancisce nuovamente la colpevolezza degli imputati condannando Amanda Knox a 28 anni e 6 mesi di reclusione e Raffaele Sollecito a 25 anni di reclusione e applicando a quest’ultimo la misura cautelare del divieto di espatrio con ritiro del passaporto. Il 27 marzo 2015 la quinta sezione penale della Suprema Corte di Cassazione, presieduta dal consigliere Gennaro Marasca, annulla senza rinvio le condanne a Raffaele Sollecito e Amanda Knox, assolvendoli[3] per non aver commesso il fatto, affermando la “mancanza di prove” certe e la presenza di numerosi errori nelle indagini, e ponendo così fine al caso giudiziario.”
Nonostante questo, ci sono molte voci contrarie al fatto che Raffaele Sollecito oggi faccia la sua vita e abbia creato una app, faccia l’opinionista in TV e scriva un libro sulla sua vicenda: è un uomo libero, che ha passato l’inferno e che, adesso, vi piaccia o no, torna a vivere. Vogliamo discutere del buon gusto delle cose che fa? Facciamolo, ma allora lo facciamo anche per tutti gli altri protagonisti della spazzatura televisiva, non solo per lui, magari anche per quelli che sembrano delle pecorelle innocenti e non lo sono. Io non difendo Sollecito per quello che è, non lo conosco e non mi interessa difenderlo, ma credo sarebbe ora di smetterla con i processi mediatici nei salotti televisivi, con i plastici demenziali e con le presentatrici che della plastica fanno largo uso per altri scopi. Piantiamola di spiare dal buco della serratura i drammi altrui, la domenica pomeriggio usatela in altri modi (ce ne sono tanti) invece di farvi rintronare da chi non ha interesse ad informare, ma solo a fare in modo che lo share del suo programma salga, così il loro cachet aumenta. Perché questa è la verità, nulla di diverso da questo.
Io la penso così, ed è per questo che continuerò a non seguire questa spazzatura televisiva; volete considerarmi snob e arrogante? Fate pure, per me è meglio un museo, una passeggiata o altro che non vi dico.
Buona prossima domenica a tutti.