In questo week end di pioggia e vento, ci pensa Renzi a sollevarci il morale, tenendo una lectio magistralis alla scuola di politica del PD.
Prima di tutto occorre dire che di scuole di politica se ne sente veramente il bisogno, partendo dall’asilo perché magari migliora un pochino la media dei politici italiani. Lo so, sono un illuso, ma che ci volete fare?
Nel suo discorso c’è stato un accenno evidente ad un problema molto serio che, da sempre, viene distrattamente affrontato da chi siede sugli scranni del Parlamento con buone dosi di colla a presa rapida: il tema delle dimissioni in caso di indagine. A suo tempo, quando toccò alla Cancellieri, il nostro Ineffabile non ebbe dubbi: a casa, subito!
Oggi dice che “chi si aspetta un PD giustizialista non ha capito niente, e che le cariche vanno tolte solo dopo le condanne, non prima”. Non vorrei esser cattivo, ma visto con chi hanno portato a casa la legge Cirinnà qualche sospetto mi viene.
Io sono d’accordo, totalmente d’accordo con Renzi: questo Paese deve smetterla di emettere sentenze di colpevolezza al solo apparire di un avviso di garanzia, deve smettere di fare i processi ai politici in tv e deve smetterla di fare giustizialismo da hard discount. E come non essere d’accordo con lui?
Quindi, mi aspetto che il Governo emani SUBITO delle norme che tolgano le differenze tra “noi” e “loro” anche in questo campo: l’ho già detto decine di volte, rischio di essere noioso, ma se uno di noi “normali” capita in queste vicende, anche se innocente, perde da subito i suoi diritti civili, il diritto al lavoro, alla dignità, perde denaro, tute cose che non gli verranno mai restituite da quello stesso Stato che autodifende chi ha saputo usare la colla di cui sopra al momento giusto e sulla sedia giusta.
Stesso trattamento: o tutti colpevoli da subito, con tanti saluti alla “Culla del Diritto”, o tutti innocenti fino al terzo grado di giudizio.
Chiedo troppo? Temo di sì.