Oggi punto il dito contro un sistema talmente ben oliato da sembrare quasi perfetto, ma che invece fa acqua da tutte le parti e l’acqua, come noto, non fa benissimo alla meccanica fine.
Ma di chi sto parlando? Della Magistratura, questo ineffabile gruppo onnipotente che, sfruttando spesso la grancassa mediatica degna solo di Topolinia e anche una classe politica che neanche lì vorrebbero, distrugge vite come se niente fosse; ho già scritto più volte su questo tema, ma ovviamente non mi aspettavo reazioni, ci mancherebbe che si ascolti la voce di un cittadino (ma siamo tanti di più).
Perché oggi, mentre fuori nevica, parlo di questo? Per due distinti episodi, lontanissimi tra di loro ma che vivono del fil rouge della casta di cui sopra: la strage di Viareggio e la questione di Gerardo Oliverio, ex Presidente della Regione Calabria. Due episodi che, almeno secondo me, gridano vendetta al cospetto di Dio ma, soprattutto, della Costituzione Repubblicana.
Partiamo da Viareggio: il 29 giugno del 2009 nella stazione ferroviaria di Viareggio transita un treno merci che, tra le altre cose, ospita vagoni di GPL, materiale notoriamente infiammabile ed esplosivo. Un imprevedibile deragliamento di questo treno provoca la fuoriuscita e il conseguente incendio del GPL, distruggendo buona parte della zona circostante la stazione provocando la morte di 32 persone e il ferimento di circa 100.
Solo per essere più precisi, vi riporto un pezzo di Wikipedia che spiega meglio (??) come fosse composto quel treno:
“Il treno merci in questione, trainato dalla locomotiva E655-175 di proprietà di Trenitalia, consisteva di 14 carri, il primo dei quali, immatricolato presso la compagnia ferroviaria polaccaPKP, era stato costruito nel 2004 e revisionato da ultimo il 2 marzo 2009 dalla società Cima Riparazioni di Bozzolo (MN); gli altri 13 erano invece immatricolati in Germania presso le Deutsche Bahn. Sui carri erano montate altrettante cisterne, di proprietà della multinazionale statunitense GATX, che tramite la controllata KVG (società di diritto austriaco di proprietà di GATX Rail le aveva date in locazione a FS Logistica (divisione delle Ferrovie dello Stato dedicata ai servizi merci) per esercire servizi per conto dell’azienda di trasformazione petrolifera SARPOM”. Ovviamente nella definizione delle responsabilità tutto ‘sto casino ha aiutato molto, non certo le vittime ma i responsabili a vario titolo perché ovviamente è partito subito uno scaricabarile fantastico, sulla pelle delle vittime.
Senza stare a fare tutta la storia processuale, estremamente contorta e lunghissima, si arriva pochi giorni fa alla Cassazione che decide l’archiviazione dell’accusa di omicidio colposo a seguito dell’esclusione dell’aggravante della violazione delle norme sulla sicurezza nel lavoro. Come dire che chi doveva vigilare sulla sicurezza del lavoro (cioè nello specifico della sicurezza di un treno così pericoloso) non ha colpe. L’unico per il quale il processo prosegue è l’ex AD di Ferrovie dello Stato Mauro Moretti che ha rinunciato alla prescrizione e che in Appello fu condannato a 7 anni di reclusione proprio per il reato che invece viene “tolto” agli altri imputati. A dire il vero condanne ce ne sono state: sono stati condannati in via definitiva undici imputati in relazione alle accuse di disastro colposo ferroviario. Tra loro c’è anche l’ex ad di Trenitalia Vincenzo Soprano, oltre a sette dirigenti di società tedesche e austriache del trasporto ferroviario e ai manager italiani Paolo Pizzadini, Daniele Gobbi Frattini e Mario Castaldo che risponde in qualità di amministratore delegato di Carbo Chemical e poi di responsabile del settore Industria Chimica e Ambiente di F.S. Logistica spa. Per loro la pena – “trattamento sanzionatorio” – sarà ricalcolata dalla Corte di Appello di Firenze dato che deve essere scorporata la parte della condanna inerente l’accusa di omicidio colposo plurimo dichiarata prescritta per il venir meno dell’aggravante della violazione di norme sulla sicurezza del lavoro. Per Castaldo, l’appello bis si riapre anche in relazione alla sua posizione di direttore della Divisione Cargo di Trenitalia “per nuovo giudizio sul punto”.
Ma lo stesso Avvocato Coppi, difensore di Moretti e di altri indagati, dice che con questa sentenza la cassazione ha “minato nel profondo le tesi accusatorie”, preludendo quindi ad altre sentenze “leggere” nei confronti di chi (pare) non abbia vigilato sulla sicurezza di un treno altamente pericoloso che, a cuor leggero, è stato fatto passare in mezzo alle città come Viareggio. 32 morti e 100 feriti ringraziano.
La seconda questione, forse più politica che legale, riguarda la vicenda di Gerardo Mario Oliverio, classe 1953, politico di area PD, che ha ricoperto per sei anni la carica di Presidente della Regione Calabria. Tra il 2018 e il 2019 riceve ben tre avvisi di garanzia per reati connessi con la sua attività di presidente della regione, con la richiesta degli arresti domiciliari; viene allontanato anche dal suo partito che, tra le altre cose, gli mette pure i bastoni tra le ruote per la sua ricandidatura alla Regione, cosa che poi porta alla vittoria della povera Jole Santelli. Oggi arriva una sentenza di piena assoluzione perché “il fatto non sussiste”, sia per lui che per la On. Enza Bruno Bossio, anche lei di area PD, indagata per gli stessi reati.
Ora, che “il fatto non sussista” significa che chi ha indagato (il Procuratore Gratteri in primis) ha indagato sul nulla, e i fatti sono lì a dimostrarlo.; intanto però sono state pesantemente limitate le libertà personali di un uomo che, alla prova dei fatti, è innocente. E’ stato costretto alla dimora coatta, scaricato dal suo partito, coperto di fango da una stampa e da una politica becere e urlanti, e oggi per trovare la notizia della sua assoluzione occorre scorrere un paio di pagine anche di Google.
E, come sempre, nessuno pagherà per questo, nessuno risponderà anche del danno erariale che l’indagine ha provocato, nessuno si indigna per le montagne di fango che hanno ricoperto lui e molti altri, nessuno alla fine sarà responsabile. E badate bene che la stessa cosa l’ho scritta per altri politici sottoposti a questa gogna: non è una questione di appartenenza politica, ma di credibilità dello Stato di Diritto.
Da quando ho un minimo di cognizione della politica, leggo e sento che tutti i partiti che si sono succeduti al Governo del Paese hanno sempre messo nei loro programmi “la riforma del codice penale, della procedura penale, del sistema giudiziario” e bla bla….. Poi che sola si è visto fatto? Nulla o quasi, perché toccare quel sistema incancrenito negli anni, significa esporsi a reazioni inconsulte e quindi nessuno lo fa, perché fa più comodo fare altro e pensare ad altro (sarebbe fin troppo facile parlare dei banchi a rotelle….)
Intanto però ogni anno ci sono concittadini che subiscono di tutto da una kasta di intoccabili ai quali tutto è permesso, anche disporre dei tuoi beni come pare a loro, perché in questo scellerato Paese non sei innocente fino a che non viene dimostrata la tua colpevolezza, sei colpevole fino a che tu (forse) non dimostri la tua innocenza, e lo devi fare a suon di soldi perché “il penale costa” , ma può anche capitare che uno i soldi non li abbia.
Tutto molto triste, ma se speriamo che la riforma della Giustizia la faccia il DJ di Palermo stiamo freschi..